C’è
un modo di stare nel teatro che non si misura in stagioni o numeri di
produzioni, ma nella capacità di ascoltare, connettere, restituire.Da
venticinque anni PAV percorre questa strada con passo costante,
costruendo un modello unico nel panorama culturale italiano: un’impresa
interamente al femminile che ha trasformato la gestione in un gesto creativo e
la progettazione in un atto di relazione.
Fondata
nel 2000 da Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione, PAV– acronimo
di Per Antiche Vie,dal progetto di Mario Martone al Teatro di Roma che
le ha fatte incontrare– ha attraversato i mutamenti del mondo dello spettacolo
dal vivo – dalla dimensione locale alla progettazione europea, dalla crisi
delle istituzioni pubbliche alle nuove forme di impresa culturale, fino alle
sfide del digitale e dell’intelligenza artificiale – senza mai perdere la
propria identità: quella di chi lavora dentro e non intorno ai processi
artistici.
Nel
tempo, Di Giacomo e Scaglione hanno costruito una casa per le idee: un luogo
dove la produzione, la formazione, la consulenza e la ricerca non sono comparti
separati ma vasi comunicanti di un pensiero unitario.
Un pensiero fondato sulla cura – la capacità di accompagnare un progetto
dall’intuizione alla realtà – e sulla prossimità, intesa come presenza
generosa nelle comunità artistiche, attenzione alle persone prima ancora che
alle strutture, dialogo costante con territori e istituzioni.
Un
modello di impresa culturale che nasce dalla scena
Si
formano entrambe all’Università di Roma La Sapienza dove si laureano in Storia
del Teatro, Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione, e avviano il proprio
percorso professionale con diverse esperienze nei teatri della città di Roma e
in relazione con diverse istituzioni già a livello nazionale. Presto entrambe
intuiscono che la sfida non era solo artistica, ma organizzativa: dare forma sostenibile
al lavoro creativo senza tradirne la libertà.
Da
questa visione nasce PAV, che negli anni ha saputo intrecciareorganizzazione
e visione, pratica e pensiero,progettazione locale e
internazionale, portando in Italia un modo nuovo di concepire la produzione
culturale: meno centrata sull’evento, più attenta ai processi, ai tempi lunghi,
alle comunità.
Il
riconoscimento ufficiale del Ministero della Cultura come organismo
di promozione nel 2013 ha consolidato un percorso che già si muoveva su
scala europea.Un anno prima, infatti, nel 2012, PAV aveva dato vita a Fabulamundi
Playwriting Europe, oggi una delle reti internazionali più solide dedicate
alla drammaturgia contemporanea. Capofila sin dalla prima edizione, PAV ha
coordinato un progetto che coinvolge dieci paesi e quindici partner,
promuovendo autrici e autori europei, scambi, traduzioni e nuove scritture.
Un’esperienza che ha trasformato il teatro in un linguaggio transfrontaliero e
la progettazione culturale in un gesto politico di relazione e scambio.
Nel
2024 a questo percorso si è aggiunto PLAYGROUND, nuova progettualità
riconosciuta dall’Unione Europea, dedicata allo scouting e alla circolazione
delle voci emergenti del panorama internazionale.
Un’estensione naturale della filosofia PAV: quella di un teatro che cresce se
sa restare in ascolto del nuovo.
Dalle
istituzioni alla scena indipendente: la cura come metodo
Parallelamente
alla progettazione europea, PAV ha costruito negli anni una rete di
collaborazioni con alcune delle principali istituzioni italiane, tra cui il Parco
Archeologico del Colosseo e la Direzione Musei di Roma – Castel
Sant’Angelo, dove ha sviluppato formati capaci di coniugare la
valorizzazione del patrimonio con le pratiche del contemporaneo.Tra questi, MOISAI,
progetto giunto alla quarta edizione, che reinterpreta i luoghi storici come
spazi vivi, abitati da artisti e spettatori.
Ma
la forza di PAV è anche nella capacità di restare accanto alla scena
indipendente, continuando a lavorare con compagnie, collettivi, autrici e
autori emergenti.Chi le conosce sa che Di Giacomo e Scaglione si muovono
con la stessa attenzione in contesti eccentricio su palcoscenici istituzionali:
la stessa cura per la parola, la stessa sensibilità per i processi, la stessa
visione politica del fare teatro come gesto collettivo.
Un
osservatorio privilegiato dei mestieri invisibili
In
un sistema teatrale che tende a riconoscere solo ciò che appare in scena, PAV
ha scelto di rappresentare e tutelare ciò che sta dietro le quinte.Negli anni
ha sviluppato una competenza specifica nella rappresentanza dei team
creativi – registe e registi, scenografe e scenografi, costumiste e
costumisti, light e sound designer – offrendo consulenza e contrattualistica a
oltre cinquanta professioniste e professionisti.Un lavoro sommersoma
fondamentale, che restituisce dignità e riconoscimento a chi costruisce la
scena e ne custodisce la visione.
Formare
il futuro: dal sapere pratico all’insegnamento
Accanto
all’attività progettuale, la formazione è il secondo asse portante di PAV. Da
oltre dieci anniClaudia Di Giacomo e Roberta Scaglioneinsegnano
presso atenei importanti nell’ambito delle Arti e Scienze dello Spettacolo
(Università di Roma La Sapienza; DAMS Roma Tre; Dams Bologna; Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”).La loro visione della formazione
è chiara: non trasmettere solo strumenti, ma un modo di pensare. Educare alla
complessità, alla visione sistemica, alla responsabilità del lavoro culturale
come atto civile.
Il
filo del tempo: una conversazione per i 25 anni di PAV
Nel
2025, PAV celebra i suoi venticinque anni. E per riannodare i fili di
questo cammino, il 19 dicembre apre un altro frammento di memoria
condivisa: sui suoi canali online sarà diffusa la video-intervista
realizzata dall’artista multidisciplinare venezuelano Héctor Manchego,
che ha incontrato Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione per ripercorrere,
insieme, la strada fatta fin qui. Un dialogo intimo e luminoso, in cui le due
fondatrici raccontano come PAV si sia trasformata nel tempo senza mai smarrire
la propria visione, custodendo la stessa passione che da venticinque anni
alimenta ogni progetto, ogni alleanza, ogni gesto di cura verso il teatro e le
sue comunità.
Verso
il futuro: il Premio Innesco
PAV
festeggia il suo anniversario con uno sguardo rivolto al futuro.
Il
Premio Innesco nasce per trasmettere l’esperienza maturata da PAV in un
quarto di secolo di lavoro culturale e per offrire un ponte concreto tra formazione
e professione.È rivolto a studentesse, studenti e giovani professionistə
under 35 che desiderano formarsi nei mestieri dello spettacolo dal vivo e
nella progettazione culturale europea.In palio, una borsa di studio per
un percorso formativo di quattro mesi presso PAV, dedicato all’approfondimento
dei processi curatoriali, produttivi e progettuali.
Un
modo per restituire ciò che PAV ha imparato in venticinque anni di pratica e di
pensiero: che il teatro è una costruzione collettiva, e che ogni generazione ha
bisogno di una miccia – un innesco – per accendere la propria.
Le
candidature per il Premio Innesco sono aperte fino al 30 novembre 2025.Per
partecipare basta inviare CV e lettera motivazionale all’indirizzo info@pav-it.eu


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