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giovedì 20 novembre 2025

iam ia, la trattoria napoletana che esprime radici e identità profonde a tavola

Nel cuore di Pozzuoli, in Corso Umberto I 69, apre iam ià – Trattoria Napoletana, un locale che si propone di recuperare e valorizzare l’identità autentica della cucina partenopea.

Il ristorante affacciato sul lungomare Pertini  si distingue per un approccio che unisce un’anima popolare e accogliente a una raffinata ricerca storica e culturale dei sapori tradizionali. 
La filosofia di iam ià è quella di riportare al centro la cucina borbonica e dei monzù, che nel Settecento e nell'Ottocento fondevano la tecnica francese con la vivacità gastronomica napoletana, proponendo piatti che rispettano la memoria storica ma si aggiornano alla contemporaneità.
Lo chef Mauro Buonanno, casertano classe 1986, formato tra Napoli e Parigi con un'esperienza anche in ristoranti stellati, guida la cucina con una visione che parte dalla tradizione per sublimarla attraverso tecniche moderne e un approccio sensibile. 

Le ricette storiche di figure come Corrado e Cavalcanti vengono riproposte con rigore, tra cui spicca il sartù di riso e la genovese a lunga cottura, testimonianze di un patrimonio gastronomico che qui trova nuova vita.
Iam ià è anche un punto di riferimento per gli amanti del bere bene grazie al lavoro del bartender Giovanni Pellino, che firma una carta cocktail originale e di alta qualità ispirata a icone della napoletanità raffigurate sulle pareti, creando un’esperienza gastronomica completa dall’aperitivo fino alla cena.

Gli ingredienti vengono selezionati con cura dalla tradizione campana e oltre: pasta di Gragnano IGP, pomodori San Marzano DOP dell’Agro Sarnese-Nocerino, cipolle irpine di Montoro per la genovese, salumi di pregio e formaggi locali, a sottolineare l’attenzione alla qualità e al territorio. 

Il risultato è una trattoria che offre una cucina colta ma accessibile, capace di raccontare in modo autentico la storia e i sapori di Napoli con rispetto e modernità, in un ambiente dove l’accoglienza è parte integrante dell’esperienza gastronomica.

L’esperienza inizia con antipasti come la frittata di Scammaro che esalta la semplicità di ingredienti locali come i pinoli e l'uva sultanina, seguita dal "velo scarlatto" che gioca su contrasti di consistenze.

I piatti principali si distinguono per una tecnica di cottura attenta alle radici.

La frittata di Scammaro, piatto semplice ma di grande equilibrio, viene realizzata con una cottura dolce e lenta che permette all’uovo di mantenere morbidezza e delicatezza, esaltando la freschezza degli ingredienti senza sovraccaricarli.

Il Velo Scarlatto

Qui la tecnica si basa sull’esaltazione di contrasti di struttura e sapore, con una preparazione attente alla consistenza vellutata e al gusto integrato, ottenuto con una manipolazione che non stravolge ma valorizza le materie prime.

Uovo in Purgatorio (ieri, oggi e domani)

Proposto in tre varianti, questo piatto è un esercizio di tecnica tradizionale: la cottura lenta del pomodoro e la perfetta mantecatura dell’uovo creano un abbraccio ideale di sapori, mentre la diversificazione delle versioni mostra un’interpretazione evoluta della ricetta.

Genovese con Ziti Spezzati a Mano

Esempio di brasatura lenta esemplare, la genovese è cotta per nove ore a temperatura controllata, per sfilacciare dolcemente le cipolle di Montoro e amalgamarle con la carne, creando un ragù denso e carico di umami, accompagnato da pasta lavorata a mano che mantiene una texture ideale per trattenere la salsa.

Sartù di Riso (ricetta storica di Ippolito Cavalcanti)

Più complesso, il sartù combina diverse tecniche: il riso viene cotto al dente e amalgamato con un ripieno ricco di sughi e pezzi di carne, quindi passato al forno per una doratura finale che dona croccantezza esterna e compattezza interna, esaltando la stratificazione di sapori.

Dessert: Tarte Tatin di Mela Annurca, la torta della nonna (seguita dalla pastiera)

Una esecuzione che rispetta la tradizione francese con materie prime campane, la mela annurca, cucinata con tecnica di caramellizzazione, sprigiona profumi e acidità bilanciati dalla dolcezza del caramello, chiudendo la degustazione con leggerezza e carattere.

Ogni piatto riflette un equilibrio tra rispetto delle tecniche storiche—come la brasatura, la lenta cottura sotto controllo di temperatura, la doratura al forno—e l’attenzione al dettaglio contemporaneo, con un risultato che esalta la materia prima locale e la tradizione napoletana.

L’intera esperienza si basa su una preparazione meticolosa e una lunga incubazione dei sapori, fedeli al patrimonio gastronomico partenopeo ma con un tocco raffinato e moderno.

Il 4 dicembre si terrà una cena evento di sole donne legata alla manifestazione Pink Up Festival.

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