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venerdì 21 novembre 2025

La Storia a Processo, il format ideato e curato da a Elisa Greco torna in scena lunedì 24 novembre alle ore 20.30 al Teatro Parioli Costanzo di Roma

 

Dopo il grande successo del processo a Sergio Marchionne andato in scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano nell’ottobre scorso, una nuova “provocazione” apre la stagione romana de La Storia a Processo, il format ideato e curato da a Elisa Greco, in scena lunedì 24 novembre alle ore 20.30 al Teatro Parioli Costanzo di Roma.Protagonista della serata un personaggio storico diventato icona perché incarna una delle tensioni più universali e drammatiche della storia umana: quella tra lealtà personale e dovere politico, tra amicizia e ideali. La celebre frase “Tu quoque, fili mi”, pronunciata da Giulio Cesare in punto di morte, sebbene non storicamente certa, è diventata una delle più potenti della cultura occidentale, facendo entrare Marco Giunio nell’immaginario collettivo come emblema del tradimento e del rimorso.


Marco Giunio Bruto: eroe o traditore?

“Una scelta insolita rivolta ad un personaggio che potremodire già condannato dalla Storia–commenta l’autriceElisa Greco – e per questo è ancora piùinteressante portarnealla luce non solo le gesta ma le piùprofonde motivazioni Cosa possono rappresentare ancora oggi   le 23 coltellate dei cesaricidi guidati da Bruto al grido di “sic sempertyrannis”?  Soprattuttoquale sarà il verdetto del pubblico chiamato ad esprimersi con la serenità e la lucidità del distacco del Tempo.

 

Nonostante i fatti risalgano a oltre 2mila anni fa è difficile decidere se Bruto sia un eroe o un traditore. Tale ambiguità ha però avuto la forza di renderlo eterno: ogni epoca, ogni potere, può proiettaresul suo gesto politico estremo le proprie domande su libertà, tirannia e legittimità. Nel tempo Bruto è diventato simbolo della ribellione contro l’autorità assoluta; dal Rinascimento in poi, è stato reinterpretato come simbolo del cittadino che antepone la repubblica al tiranno. Ma il dilemma che lo rende ancora una figura attuale è la domanda che ogni epoca si pone: fino a che punto è giusto sacrificare i legami personali per un ideale politico o morale?

Attraverso un dibattimento intenso e appassionato, le ragioni di Accusa e Difesa si scontreranno facendo emergere l’avvincente complessità del protagonista. In equilibrio tra rigore e leggerezza, ironia e serietà, le parti si sfideranno a colpi di provocazioni, trascinando il pubblico ora nell’adesione alla condanna, ora all’assoluzione.

 

Introdotti da Elisa Greco, ideatrice e curatrice del format sul palco del Teatro Parioli Costanzo trasformato in aula di Tribunale, si confronteranno, con la guida della Presidente della Corte Paola Roja, attuale Presidente Corte di Assise di Roma il Pubblico Ministero Fabrizio Gandini, Consigliere Corte Suprema di Cassazione e l’Avvocato difensore il Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.

Marco Giunio Bruto sarà interpretato da Roberto Giacobbo, giornalista, divulgatore e grande appassionato di storia antica.

Le tesi a confronto saranno rispettivamente avvalorate dai testimoni: per l’accusa saranno sul palco Antonio Punzi, Professore di Filosofia del diritto alla Luiss Guido Carli e Flavia Fratello, giornalista del TgLa7, mentre la difesa sarà affidata alle testimonianze di Giancarlo Loquenzi, giornalista e conduttore di Zapping su Rai Radio 1 e Giulia Silvia Ghia storicadell’Arte, Assessore alla cultura del I° Municipio Roma.  A completare il quadro degli interventi l ci sarà la partecipazione dell’avvocato Gaetano Mungari

Colpevole o innocente?

Al pubblico, come sempre, il compitodi esprimere con una propria votazione il verdetto a cui siaggiungeràla giuria social espressa daRadio Luiss.

 

La Storia a Processo!Ilformat che cambia la Storia.

Il format,ideato e curato da Elisa Greco (tutelato da copy),giuntoalla sua diciannovesima edizione,Premio Gibaldone 2024, con varie programmazioni – tra cui quelle di Roma eMilano – incontradi anno in announ interesse sempre vivonel pubblico.

In teatro, sul palcoscenico trasformato inaula ditribunale,sono chiamati a processo Personaggi che, per le loro luci e le loro ombre, hanno segnato la Storia, perché siano giudicati dal pubblico attraverso un “processo”. Sono magistrati, avvocati, politici e giornalisti, che assumono i ruoli di accusatori, legali della Difesa e testimoni, dando vita, a braccio, a un dibattimento che si delinea tra l’ironico e il serio, tra il divertente e l’approfondimento, tra il leggero e l’arguto, senza mai diventare né banale né pesante.Al termine del dibattimento è il pubblico, nel ruolo di giuria popolare, a esprimere con una propria votazione il verdetto. È una circolarità di tesi contrapposte, idee e suggestioni tra palcoscenico e platea, che, come sottolinea la curatrice, in passato ha portato spesso a verdetti al di fuori dei pronostici.

 





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