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giovedì 13 novembre 2025

Robert Kusmirowski con PERSO[A]NOMALIA - La vita immortale degli oggetti raccontata nel docu-film di Stefano Scialotti



Martedì 2 dicembre presso l’Istituto Polacco di Roma di via Vittoria Colonna 1 verrà presentato alle 19.00 PERSO[A]NOMALIA: il documentario di Stefano Scialotti prodotto da DinamoLab in collaborazione con il MAMbo Museo d'Arte Moderna di Bologna, con l’ Istituto Polacco di Roma e con Freak Andò Antiquariato Modernariato Design e dedicato all’omonima mostra di Robert Kusmirowski presente al MAMbo fra il giugno 2024 e il gennaio 2025: un vero e proprio viaggio visuale e non solo nella memoria.  Attraverso i vecchi oggetti la poetica dell’artista polacco incontra il patrimonio unico di frammenti conservati al Museo per la Memoria di Ustica: testimonianze materiali che, a oltre quarant’anni dalla tragedia, continuano a custodire storie e assenze. 

 

Il film si apre dunque  tra i frammenti dell’aereo Itavia al Museo per la Memoria di Ustica, luogo in cui la storia e l’arte si fondono nel ricordo di una tragedia collettiva. Dalle immagini dei resti del DC9 Itavia e dall’installazione di Christian Boltanski, che con le sue 81 luci, specchi e voci ricorda le 81 vittime, prende forma un percorso poetico e visivo che conduce alla mostra PERSO[A]NOMALIA di Robert Kusmirowski. Le immagini si muovono lentamente tra i resti ricomposti, le luci di Boltanski si accendono in ricordo delle vittime, mentre gli altoparlanti sussurrano parole di vita normale. Questo incipit diventa una soglia: dal lutto alla creazione, dalla memoria alla rinascita artistica della mostra PERSO[A]NOMALIA. La musica originale, composta dallo stesso Robert Kusmirowski, accompagna tutto il film e riflette la poetica dell’artista: suoni lenti, materici, capaci di evocare il tempo, l’usura e la presenza silenziosa degli oggetti.

 

Un giorno, aprendo un’altra scatola, in cui un tempo qualcun altro aveva chiuso il suo intero mondo, mi sono reso conto  - spiega proprio Robert Kusmirowski - che questi oggetti hanno molto più da dire di tutte le persone che ho mai incontrato in questi cinquant’anni. Sono un portiere. Colleziono cose che gli altri abbandonano, dimenticano o per le quali semplicemente non trovano spazio.” E aggiunge: “A volte penso che la mia vita sia troppo simile a questi oggetti. Ognuno di loro ha la propria storia, il proprio passato, e io sono qui per vegliare su di loro. Come se qualcuno mi avesse affidato la cura di un mondo che sta scomparendo”.
Le riprese della mostra restituiscono lo sguardo rispettoso e contemplativo dell’artista: lunghi piani sequenza, dettagli, e una fotografia che dialoga con la luce e la materia. Nessuna voce narrante, ma brevi interviste con Robert Kusmirowski, Lorenzo Balbi (Direttore MAMbo), Marinella Paderni (storica dell’arte) e Maurizio Marzadori (Freak Andò). Ne emerge un racconto corale su come l’arte possa farsi custode della memoria e del tempo.

 

Lublino – Lo studio dell’artista
In collaborazione con l’Istituto Polacco di Cultura di Roma, il film si sposta a Lublino, nello studio–magazzino di Kusmirowski, luogo d’origine di una parte degli oggetti presenti in mostra. L’artista poi ci accompagna nel lager nazista di Majdanek, ispirazione per lui dolorosa .
 
Bologna – Freak Andò di Maurizio Marzadori
Tra i luoghi protagonisti, i magazzini di Freak Andò a Bologna che raccolgono vecchi mobili e design del Novecento utilizzati tra l’altro come elementi scenografici da registi famosi.
L’incontro tra Marzadori e Kusmirowski dà vita a un dialogo spontaneo tra due collezionisti di memorie: “Quando l’artista [ndr Kusmiroski] è arrivato nel mio magazzino - ci racconta Marzadori - si è capito subito dallo sguardo che qui aveva già trovato tutto. Ho capito che vedevamo le cose nella stessa maniera. Forse conservavo queste vecchie cose perché aspettavo che arrivasse Kusmirowski.”

Note di regia – Stefano Scialotti
“L’impatto emotivo suscitatomi dalla mostra PERSO[A]NOMALIA è all’origine di questo film. Le installazioni del portiere Kusmirowski, gli oggetti riportati a nuova vita attraverso l’arte, le memorie evocate in modi poetici sono gli elementi che ho cercato di restituire, intrecciando fisicamente e simbolicamente il Museo per la Memoria di Ustica e il MAMbo. Ho scelto di lasciare che siano gli oggetti a parlare: i suoni, le luci, la musica composta dallo stesso Kusmirowski, alternati al rumore concreto della loro funzione originaria, diventano la colonna sonora della memoria.”




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