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martedì 30 settembre 2025

Pietruccio Montalbetti: la memoria viva di un’epoca in musica

Pietruccio Montalbetti: la memoria viva di un’epoca in musica



"Storia di due amici e dei Dik Dik" è il suo ultimo libro, è una testimonianza diretta, viva e appassionata di Pietruccio Montalbetti, chitarrista fondatore della storica band milanese. Nato nel 1941 a Milano, Pietruccio ha attraversato con la sua chitarra e con il suo sguardo il periodo più rivoluzionario della musica italiana, segnando con le sue note la colonna sonora di una generazione.

La narrazione si apre con i primi passi incerti ma pieni di speranza. La band allora si chiamava “I Dreamers” e la strada verso il successo sembrava lunga e tortuosa. Pietruccio Montalbetti non nasconde le difficoltà, i momenti di sconforto, le prove nelle umide sale parrocchiali, ma soprattutto restituisce al lettore l’energia e la passione che li spingevano avanti.

Il racconto procede con un’attenzione quasi maniacale ai dettagli: gli strumenti che raramente erano nuovi, i lunghi viaggi in Fiat 500 per raggiungere una balera di provincia, e i sogni che si intrecciavano con le melodie di “Sognando la California” e “Il vento”. Non mancano episodi carichi di umorismo e dolcezza, come la presenza costante della madre di Pietruccio, che sosteneva il figlio con una pazienza infinita durante le prove.

Nel cuore del libro però c'è il racconto di un legame speciale: l’amicizia con Lucio Battisti. Non l’artista idolatrato dai fan, ma l’uomo che ha conosciuto in uno studio di registrazione e che gli ha aperto il suo mondo. «Quando sento la parola ‘amicizia’, penso a lui», confida l’autore con una sincerità disarmante.

Il racconto si fa confidenziale quando Pietruccio descrive il primo incontro con Battisti: «Lui suonava e cantava cose sue, alcune acerbe, altre sorprendenti. Mi chiese un parere e io, forse con un pizzico di benevolenza, gli dissi che erano belle. Ma una mi colpì davvero: ‘Se rimani con me’. Decisi di inciderla nel nostro primo disco».



La biografia di Montalbetti emerge come un filo sottile che attraversa tutto il racconto, da chitarrista dei Dik Dik, con cui ha partecipato a quattro Festival di Sanremo, a viaggiatore instancabile in paesi lontani come Colombia, India e Sahara. Questi viaggi, più che fisici, sono metafore di una vita vissuta in profondità, con il desiderio di conoscere e raccontare.

Con uno stile fresco e coinvolgente, l'autore ci regala la storia di una band e di un’amicizia, ma anche un affresco umano di un’Italia che cambiava, fatta di sogni, fatica e speranze. Un libro che è un invito a non dimenticare le radici della musica e della vita, raccontato da chi quei giorni li ha vissuti con il cuore aperto.

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