Si è
conclusa ieri 21 settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano la quarta edizione di Hystrio Festival, diretta da Claudia Cannella e organizzata da Hystrio - Associazione per la
diffusione della cultura teatrale, una casa per le eccellenze della scena
under35 made in Italy, un progetto
che in poco tempo è diventato molto più di un appuntamento annuale, passando
dall’essere un’intuizione coraggiosa a un orizzonte condiviso, con un programma
in 20 appuntamenti – tra cui 10
spettacoli e 6 letture sceniche – che è frutto di un lavoro di ricerca,
visione, incontro, che dura un’intera Stagione e che coinvolge la direzione, la
redazione e i collaboratori del trimestrale di teatro e spettacolo Hystrio.
L’edizione
di quest’anno è stata inserita nel palinsesto del Comune di Milano “Milano è viva”, realizzata grazie al contributo
di MiC Ministero della Cultura, Regione Lombardia e Comune di Milano e in collaborazione con oltre 20 partner, istituzionali e progettuali,
che permetteranno al festival di propagare la sua azione ben oltre la sua
durata. Da quest’anno, infatti, l’ingresso di nuovi sostenitori e partner - una
rete composta da Teatri Nazionali e Teatri delle Città, il Premio Riccione/Tondelli, il Teatro Fontana di Milano e Associazione Culturale Tinaos(Udine)/FESTIL_Festival
estivo del Litorale–consentirà di aggiungere nuove occasioni, per una
circuitazione più capillare dei testi selezionati tra i finalisti del Premio
Hystrio Scritture di Scena rivolto a giovani drammaturghi under35, attraverso
le letture sceniche degli stessi, prodotte nell’ambito di Hystrio Festival e la cui curatela è affidata ad Associazione Situazione
Drammatica/Progetto Il copione, coordinato da Tindaro Granata con la collaborazione di Renato Gabrielli.
Nel
corso della serata finale di Hystrio
Festival, presentata da Alessandro
Lussiana e Valeria Perdonò, sono
stati assegnati davanti a una platea gremita e calorosa i Premi Hystrio, giunti alla XXXIV
edizione, selezionati dalla giuria composta dai collaboratori, dai
redattori e dalla direttrice della rivista Hystrio, Claudia Cannella.
Tra i più rilevanti premi del panorama teatrale italiano, il Premio Hystrio si
articola in differenti sezioni dedicate ai diversi ambiti e talenti della
scena, dalla regia all’interpretazione, dalla drammaturgia alla progettualità,
dalle compagnie emergenti a quelle che valorizzano il linguaggio del corpo. Di seguito tutte lemotivazioni che hanno
accompagnato la consegna dei premi.
Premio Hystrio all’Interpretazione 2025 ad
Anna Della Rosa.
«Talento,
rigore, passione. La carriera di Anna Della Rosa è una traiettoria luminosa
lungo le rotte multiple di una ricerca che non smette di interrogare il mistero
e il mestiere della scena. Diplomata alla Civica Scuola Paolo Grassi, si
perfeziona con Luca Ronconi e Massimo Castri e si fa subito notare nella
goldoniana Trilogia della villeggiatura
firmata da Toni Servillo dove è una sorprendente Giacinta. Tutti la vogliono,
lei va in cerca di affinità e sintonie profonde, pronta a mettersi in gioco e
in pericolo, ma soprattutto in ascolto: dei testi, degli autori, dei registi. È
Una nel disturbante Blackbird di
Harrower con la regia Lluís Pasqual, Sonja nello Zio Vanja secondo Marco Bellocchio, Tonina nel Malato immaginario diretto da Andrée Shammah, Ifigenia per Jacopo
Gassmann ed Elettra per Davide Livermore. Si cimenta nella commedia con Peperoni difficili e Bad and Breakfast di Rosario Lisma,
stringe un sodalizio importante con Pascal Rambert, incontra la scrittura di
Michela Murgia per Accabadora con la
regia di Veronica Cruciani. La collaborazione con Valter Malosti la riporta a
Molière (è Celimène in Misantropo),
la spinge al cospetto di Shakespeare con Antonio
e Cleopatra e la inizia ai prodigi della lingua testoriana con Cleopatràs, fino all’incontro con Sandro
Lombardi che, in un commovente, prezioso passaggio di testimone, le regala la
sua versione dei Lai, Erodiàs + Mater Strangosciàs. Ad Anna
Della Rosa, il Premio Hystrio all’Interpretazione 2025, ulteriore sugello a una
carriera che ci riserverà ancora molte sorprese».
Premio Hystrio alla Regia 2025 a Leonardo
Lidi.
«Non
c’è rifiuto del testo consacrato dalla storia e dalla tradizione, c’è,
piuttosto, la voglia molto forte e onesta di interrogare quella parola
depositata dal tempo per vedere se ancora risuoni nella condizione presente e,
anche non risuonando, se possa offrire uno scenario di senso inedito in grado
di parlarci. Accade questo con Leonardo Lidi (classe 1988), a cui va il Premio
Hystrio alla Regia 2025, che approccia i classici con rispetto e un poco di
sfacciataggine. È accaduto con Spettri di
Ibsen (2018); poi con la trilogia cechoviana, Il gabbiano (2022), Zio Vanja
(2023) e Il giardino dei ciliegi
(2025), ma anche col più recente La gatta
sul tetto che scotta di Tennessee Williams (2025). Leonardo Lidi è una
sorta di Orson Welles senza sigaro, dallo sguardo che non giudica, ma è
predisposto all’ascolto del testo che risuona nella sua mente, degli attori di
cui si circonda, alcuni presenze fisse, compagni di viaggio, altri occasionali
ma mai scelti per caso. Attore in Santa
Estasi di Antonio Latella, Lidi ha mostrato fin da subito una
predisposizione alla regia e lo ha fatto studiando fino all’esasperazione,
crescendo alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e, viene da pensare, raccogliendo
l’eredità di Massimo Castri. Leonardo Lidi entra nei testi, li interroga
dall’interno, è come se mettesse in atto una sorta di lotta all’ultimo respiro
che porta ad allestimenti spesso lucidi, coerenti, di tradizione, ma mai
polverosi, in cui la contemporaneità sta nei toni, negli accenti, nella
condizione in cui pone gli attori».
Premio Hystrio alla Drammaturgia 2025 a
Daniele Villa.
«Il
Premio Hystrio alla Drammaturgia 2025 è assegnato a Daniele Villa per il suo
costante impegno nel ridefinire ambiti, confini e possibilità del linguaggio
teatrale, tramite la scrittura scenica “con” e “attraverso” Sotterraneo, il
pluripremiato collettivo che ha cofondato a Firenze nel 2005. Una scrittura
che, unendo l’elaborazione del drammaturgo alla ricomposizione dei materiali
emersi con i performer, è integrata con l’intero processo creativo del gruppo.
Villa lavora, anche come coregista, su molteplici formati - spettacoli,
performance, interventi site-specific, progetti per l’infanzia, regie liriche,
talk-show, produzioni digitali, installazioni -, trasformando ogni palcoscenico
in un luogo di cittadinanza condivisa con il pubblico, vero centro di senso e
destinatario attivo di una ricerca che indaga contraddizioni e coni d’ombra del
presente, in un modo che rifugge convenzioni e scorciatoie. Con uno sguardo
lucido e visionario, in oltre 20 testi (Overload,
Shakespearology, L’angelo della Storia, Il
fuoco era la cura, tra gli ultimi) ha affrontato temi come la Fine,
l’ironia come strumento di distacco critico e la misperception come comprensione distorta della realtà. Per lui le
parole non sono solo strumenti per spiegare, ma soprattutto per spiazzare,
stimolare il pubblico a resistere alle semplificazioni, anche divertendolo.
Daniele Villa non si limita a raccontare storie, ma usa lo specchio metamorfico
della scena per interrogare i nostri immaginari collettivi. La sua è una delle
voci più originali e necessarie del teatro italiano».
Premio Hystrio-Altre Muse 2025 a Paola Villani.
«Non
soltanto “scenografa” ma ideatrice e costruttrice di creature meccaniche eppure
concretamente corporee. Paola Villani,
che riceve il Premio Hystrio Altre Muse
2025, non a caso inizia la propria carriera fondando nel 2004, insieme a
Daniel BlangaGubbay, Pathosformel, realtà che mira a combinare arti visive e
performative. Basti pensare a La prima
periferia, in cui performer in carne e ossa interagivano con modelli
anatomici. La creazione di strumenti meccanici - e in seguito anche
meccatronici - diviene un filo rosso dell’attività di Paola Villani che, dopo
la fine dell’esperienza di Pathosformel avvenuta nel 2014, prosegue la propria
ricerca cooperando con vari artisti e compagnie - Filippo Andreatta, Muta
Imago, La Ballata dei Lenna, Federica Rosellini ma anche Romeo Castellucci. Di
particolare rilievo la costante complicità con Marta Cuscunà, con la quale
sviluppa una propria inedita e del tutto contemporanea declinazione del teatro
di figura, partendo proprio dall’originaria ricerca su modelli umani. Si va
dalle 12 teste mozze realizzate per Sorry
Boys ai corvi animatronici de Il
canto della caduta fino all’enorme sfera abitata al centro dell’impianto
scenografico di Earthbound. La ricerca
di Villani mira dunque a combinare tecnologie all’avanguardia proprie del mondo
degli effetti speciali con l’artigianalità immanente del teatro, attualizzando
felicemente la tradizione del teatro di figura e conservandone nondimeno tanto
l’immaginifica qualità evocativa quanto la perturbante coesistenza di umano e
non umano, “naturale” e artificiale».
Il Premio Hystrio-Iceberg 2025 aUsineBaug.
«La compagnia teatraleUsineBaug nasce nel 2018 con un presupposto fondamentale:
creare collettivamente. Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo ed
Emanuele Cavalcanti, ai quali si aggiungerà Anita Beretta, ritengono che nella
progettualità artistica non vi siano ruoli fissi ma si debba valorizzare la
sensibilità individuale nella dimensione di gruppo. Altro elemento
caratterizzante del lavoro di UsineBaug è l’attenzione all’attualità politica e
sociale, affrontata con strumenti teatrali diversi e con efficace ironia. Il
collettivo unisce i linguaggi della narrazione, del video, del teatro fisico e
della ricerca sonora, con uno stile di grande forza contemporanea. Già
finalista al Premio Scenario 2019 con Calcinacci
e al Premio Scenario per l’Infanzia 2020 con Sweet Haka, UsineBaug vince il Premio Scenario Periferie 2021 con Topi, coprodotto da Campo Teatrale e
patrocinato da Amnesty International. Nel 2022, nasce lo spettacolo che darà al
collettivo una grande visibilità, Ilva
Football Club, in collaborazione con i Fratelli Maniglio. Il lavoro più
recente, ANSE, realizzato insieme ai
Mezzopalco, mette in dialogo la ricerca poetica e vocale con il linguaggio
scenico e visivo. Quindi, per la inestinguibile curiosità verso la
contemporaneità, per lo sguardo acuto e disincantato sulle contraddizioni del
presente, per la maestria inventiva delle soluzioni sceniche e registiche, per
la sapienza nell’indurre nel pubblico uno stupore poetico, il Premio
Hystrio-Iceberg 2025 va a UsineBaug».
Premio Hystrio-Corpo a Corpo 2025 a Enzo
Cosimi.
«Trasforma in maniera alchemica il dolore in piacere e la sofferenza
in poesia, modellando il corpo in maniera icastica sulla scena. Attivo sin
dall’inizio degli anni Ottanta, il coreografo romano Enzo Cosimi ha sviluppato
nel corso di oltre quattro decadi una ricerca che sublima i gesti e le azioni
dei propri performer, nidificando in essi tutto il potere del dramma ed
elevandoli a un livello superiore. Grazie a lui, l’alto e il basso, il Palatino
e la Suburra, si compenetrano creando affascinanti cortocircuiti in grado di
mordere con efficacia la mente degli spettatori dal primo all’ultimo istante.
Dall’esordio con Calore nel 1982 sino
agli ultimi successi di Orestea-Trilogia
della Vendetta (2018-2022), tratto da Eschilo, e Venere vs Adone (2024), ispirato al poema di Shakespeare, Enzo
Cosimi ha scosso la morale, giungendo persino a ibridare la catarsi tipica dei
classici con i linguaggi multimediali della contemporaneità, Intelligenza
Artificiale compresa. Creatore di nuovi miti, è sempre rimasto fedele alla
forza tellurica sprigionata dai corpi, fatti di carne e sangue, plasmando in
scena interpreti di grande valore. I suoi lavori hanno fatto la storia della
danza contemporanea italiana e continuano a lasciare un segno indelebile,
esortando nuovi creativi a seguire il suo magistero e a calarsi nel suo stile.
Per l’importante percorso artistico, svolto con estremo rigore in oltre
quarant’anni di attività, conferiamo a Enzo Cosimi il Premio Hystrio-Corpo a
Corpo 2025».
Premio Hystrio Twister a “Vorrei una voce” di
e con Tindaro Granata (produzione LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione
con Proxima Res).
Assegnato
a uno spettacolo votato dal pubblico mediante un sondaggio online su una rosa
di 10 titoli di spettacoli selezionati dalla redazione e dai collaboratori di
“Hystrio”, il Premio Hystrio-Twister va a “Vorrei una voce”, scritto e
interpretato da Tindaro Granata,
prodotto da LAC Lugano Arte e Cultura e Proxima Res.
Questa
la motivazione ricavata dalle testimonianza degli utenti della rete che lo
hanno votato: «Vorrei una voce arriva
potente dritto al cuore, supera il giudizio, la paura e fa riscoprire
l'umanità» - «Spettacolo intenso, vero, profondo. Tocca corde che neanche si
conoscono, le scuote e le accarezza» - «È uno spettacolo autentico, emozionante
e vivo. Uno spettacolo bellissimo, capace di dare voce alle donne» - «Uno
spettacolo che inizia diretto e secco, in una dimensione interattiva molto
contemporanea e diventa poi “gran teatro”, creando una galleria di personaggi
tutta nel corpo e nella voce dell'attore, che si trasfigura poco a poco,
divenendo tutte le donne che racconta, misere e splendide perché di umanissima
carne» - «Più di uno spettacolo teatrale, un'elargizione incondizionata della
propria interiorità e del proprio corpo. Un'offerta sacrificale generosamente
donata al pubblico come autentico atto di fiducia assoluta» - «Intenso come la vita vera che
racconta utilizzando le canzoni di Mina, che vanno dritto al cuore» - «Uno
spettacolo che commuove, fa riflettere e che ci regala uno spaccato di umanità
dolente ma piena di dignità» - «Una luce nel buio. Grande Tindaro!».
Premio Hystrio Scritture di Scena
2025 a Bianca Tortato.
La giuria del Premio Hystrio-Scritture di
Scena destinato a drammaturghi under 35 – formata da Veronica Cruciani (presidente), Emanuele Aldrovandi, Magdalena Barile,
Federico Bellini, Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Roberto
Canziani, Sara Chiappori, Tindaro Granata, Stefania Maraucci, Roberto Rizzente,
Letizia Russo, Francesco Tei e Diego Vincenti – dopo lunga e meditata
analisi dei 111 copioni in concorso,
ha deciso, all’interno di una rosa di 8 testi finalisti (“Il macello” di Federico Mattioli, “Ancora qui” di Paris Antonio Pesantes Moran, “Dungeons” di Benedetta Pigoni, “Fratelli
Benedetti” di Bianca Tortato, “Tekken
Drama – come farsi amici i mostri” di Francesca Becchetti, “La regola dei terzi” di Marco De Simone,
“Non è un’altra commedia romantica”
di Diego Frisina e “L’uomo che cambia le
facce” di Davide Sacco), di assegnare il Premio Hystrio-Scritture di Scena
2025 a “Fratelli Benedetti” di Bianca
Tortato, con la seguente motivazione: «Tre fratelli, una sorella dal
passato nella militanza armata: la storia di una famiglia “come ne esistono
tante” e come tante vengono raccontate. Il tema ad alto rischio di ripetizione
di stereotipi e di retorica viene invece trattato con intelligente maestria
dall’autrice, che sceglie un punto di vista originale (e volutamente parziale)
e una narrazione non realistica, attraverso una scrittura intrigante, chiara,
razionale ed emotiva».
La
giuria ha poi deciso di segnalare: “Il macello” di Federico Mattioli «per la chiarezza degli intenti, con cui l’autore
conduce la sua ricerca attraversando il tema del lavoro all’interno di un macello,
luogo tabù di vita e di morte, rimosso dalla percezione quotidiana,
accentuandone la potente simbologia. L’evoluzione del sistema dei valori legati
alla cultura del rapporto uomo-animale trasfigura in un uso sapiente del
dialetto emiliano, incarnato da personaggi solidi e credibili»; e “Ancora
qui” di Paris Antonio Pesantes
Moran, che «affronta l’esperienza della perdita traumatica – di un figlio,
di un fratello, di un giovane – mettendone in scena gli effetti prodotti
all’interno della rete delle sue relazioni. Un esercizio di ricostruzione della
memoria dei rapporti familiari, attraverso il potere delle parole. Per rivelare
la vita, ricostruire i fatti, i percorsi esistenziali, esprimere emozioni
ancora da definire».
Altri
testi sono stati segnalati dai partner di Hystrio
Festival.
A “Dungeons”
di Benedetta Pigoni, la segnalazione PAV/Fabulamundi - Beyond
Borders?, «per il raffinato equilibrismo tra l’orizzonte del fantastico e
quello del reale, oltre che tra l’angoscia del contingente e l’occasione di
libertà concessa dal gioco. L’espediente compositivo produce una drammaturgia
che, oltre a sollecitare una riflessione umana ed esistenziale, è capace di
attivare meccanismi metateatrali, aprendo ottime possibilità di riflessione sul
funzionamento della scrittura, senza intaccarne l’intreccio narrativo e le
cromie emotive».
A “Tekken
Drama – come farsi amici i mostri” di Francesca Becchetti, la segnalazione
“In Scena! Italian Theatre Festival New
York” «per il modo avvincente in cui affronta il dialogo con i propri
mostri interiori, Tekken Drama si
distingue per una scrittura cruda e incisiva, capace di trasformare il peso del
percorso – esistenziale e drammaturgico – in un viaggio vitale, intenso,
commovente, irritante, a volte persino ironico».
Premio Hystrio alla Vocazione a Marco Divsic e
SofijaZobina.
Dopo
accurata valutazione dei 295 iscritti al
Premio Hystrio alla Vocazione 2025, 40 di loro sono stati ammessi alle
selezioni finali di Milano. In questa sede la giuria – composta da Andrea Paolucci (presidente), Ferdinando Bruni,
Fabrizio Sebastian Caleffi, Claudia Cannella, Massimiliano Civica, Monica
Conti, LivFerracchiati, Giovanni Ortoleva, Gilberto Santini e Serena Sinigaglia
– dopo aver ridotto la rosa a otto candidati (Giulia Agosta, Giacomo Albites
Coen, Giulia Rita Sarajane Cammilleri, Leonardo Cappelli, Brigida Cesareo,
Marco Divsic, Giovanni Eramo e SofijaZobina) ha deciso di assegnare il Premio
Hystrio alla Vocazione 2025 a Marco
Divsice SofijaZobina.
Queste
le motivazioni:
Marco Divsic
«Marco
Divsic, ventisette anni laziale, diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di
Milano, si è messo in bella evidenza per la raffinata precisione con cui ha
affrontato ruoli centrali della drammaturgia mondiale, spaziando dallo
shakespeariano Riccardo III all’illusionista Otto Marvuglia della Grande magia
di Eduardo. Il suo particolarissimo approccio al personaggio gli permette di
fare emergere con impressionante padronanza i tratti chiaroscurali dell’animo
umano».
SofijaZobina
«SofijaZobina, ventisei anni, nata a Vilnius e
diplomata alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, ha colpito la
giuria per la travolgente irriverenza con cui ha tratteggiato, da autrice e
interprete, le disavventure italiane di una donna dell’Est Europa. Con spregiudicata
ironia ha saputo poi mettere in luce possibilità sorprendenti di personaggi
tragici come Clitennestra di Eschilo e Blanche Dubois di Tennessee Williams».
Premio Ugo Ronfani a Giulia Rita Sarajane
Cammilleri
Dal
2015 Hystrio ha istituito il Premio Ugo
Ronfani destinato ai più giovani partecipanti al Premio alla Vocazione con
un percorso formativo ancora da concludere. Quest’anno viene attribuito a
Giulia Rita Sarajane Cammilleri, ventenne catanese, «per l’attitudine
coraggiosa e tenace con la quale ha affrontato brani da testi complessi come
Roberto Zucco di Koltès e Anna Cappelli di Ruccello, dimostrando capacità
meritevoli di essere affinate».
Accanto
ai vincitori, la giuria ha ritenuto
opportuno segnalare Giacomo Albites Coen, ventitreenne genovese, diplomato
alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, che «ha dimostrato una straordinaria
capacità di dominare la scena. Grazie alla sua magnetica forza comunicativa è
riuscito a rendere limpido e incisivo un testo insidioso come Attentati alla
vita di lei di Martin Crimp, così come a dare un’insospettabile freschezza al
personaggio di Trigorin del Gabbiano di Cechov».
Premio Mariangela Melato per giovani attori a
Alessandro Bandini e Leda Kreider.
Durante la cerimonia dei Premi Hystrio viene assegnato anche, dal
2015, il Premio Mariangela Melato per
giovani attori, per ricordare Mariangela Melato e celebrare lo spazio
insostituibile che ha occupato nella storia della cultura teatrale, ma anche
per cercare nelle nuove generazioni qualcuna delle caratteristiche che hanno
contribuito alla grandezza di un’attrice che è sempre nel nostro cuore.
Quest’anno ricevono il Premio Mariangela Melato:
Alessandro Bandini
«Si impegna in teatro, cinema e televisione; canta, danza e
suona il pianoforte. In un tempo che obbliga all’iper-specializzazione e alle
identità definite, Alessandro Bandini ha scelto, in controtendenza, l’apertura
verso uno spazio libero, che rappresenta il suo modo di essere e che vive il
teatro per attraversarlo, misurarlo, abitarlo in tutte le sue forme, da
interprete, performer e autore. Come dimostra la varietà di esperienze con
maestri quali Rifici, Latella, Sciarroni, Lidi e Alessio Maria Romano. Nel 2025
sarà in scena con Per Sempre, da
Giovanni Testori, uno spettacolo che dimostra la sua interezza espressiva –
testo, regia ed interpretazione! – e che rappresenta una tappa ulteriore in un
cammino di crescita del suo talento comunicativo».
Leda Kreider
«Impossibile non notarla: il volto di Leda Kreider imprime
ai personaggi una rara intensità espressiva, capace di passare da toni
allucinati a momenti di profonda tragedia. La sua presenza scenica nasce da una
ricerca rigorosa, in cui il corpo diventa strumento essenziale per restituire
allo spettatore lo stato interiore del personaggio. Il suo talento, già
riconosciuto dal cinema italiano, trova la sua piena compiutezza nel teatro,
dove ha lavorato, tra gli altri, con Rifici, Rigola, Tiezzi e Rambert. Leda è
un’artista che non si limita a interpretare, ma che abita i ruoli con una
dedizione assoluta, trasformando ogni spettacolo in un’esperienza viva e
memorabile. Un nome, il suo, destinato a lasciare un segno importante nella
scena contemporanea».
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