Il divo di Hollywood, padrino di quest’edizione del Festival, prossimamente al cinema con un nuovo film girato in Africa
«L’Italia è il mio paese preferito. La prima volta che sono stato a Roma, per un film di Coppola, mi sono sentito davvero a casa. È stato un momento meraviglioso. Da allora, ogni volta che torno, provo la stessa sensazione. Una volta ho incontrato Fellini per strada e abbiamo cenato insieme: un’esperienza indimenticabile. Amo profondamente la cultura italiana, così calorosa e accogliente. Rimarrò qui in vacanza fino alla fine di luglio, adoro la costiera amalfitana».
A dichiararlo è stato Matt Dillon padrino della 15esima edizione del Social World Film Festival. Il divo di Hollywood ha ricevuto il premio alla carriera in Arena Fellini, prima di incidere la sua firma in argilla che verrà fusa in bronzo e aggiunta al monumento al cinema, il Wall of Fame, in piazzale Siani, dove campeggiano già i nomi dei grandi ospiti del passato come Giancarlo Giannini, Claudia Cardinale, Luis Bacalov, Franco Nero, Matteo Garrone e tanti altri.
Nel pomeriggio Dillon ha incontrato i giovani studenti di cinema del Festival, dove ha anticipato il suo prossimo film in uscita al cinema: «Qualche mese fa ho terminato le riprese di un film in Senegal, diretto dalla regista francese Claire Denis: The Fence, ispirato all'opera teatrale Sulla soglia dei campi di cotone di Bernard-Marie Koltès, un drammaturgo francese scomparso prematuramente negli anni ’80. Non conoscevo le sue opere, finché non sono stato scelto per questo progetto. Nel film interpreto un capocantiere che trova un cadavere all’interno di un edificio in costruzione. È un uomo molto scrupoloso, e sospetta che si tratti di un omicidio. Spero che il film esca presto al cinema, anche in Italia».
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