La dicissettesima giornata del Campania Teatro Festival propone il 29 giugno un interessante sequel uscito dalla penna di Livia Castiglioni, che va in scena alle ore 21 al Sannazaro. È “After Kostja- Il Gabbiano di Cechov / vent’anni dopo”, con la regia di Alberto Oliva, dove ritroviamo, a distanza di tanto tempo dal tragico finale del capolavoro che tutti conosciamo, Nina e Arkadina, interpretate da Sarah Biacchi e Alessandra Frabetti. Siamo in Russia, investita dal vento della rivoluzione, ed è in quel profondo vento invernale che Nina bussa alla porta dell’antica casa del lago per salvare Arkadina, che vive completamente sola, dagli attacchi dei contadini. Arkadina, tuttavia, le propone un gioco al massacro fra attrici, non avendole mai perdonato mai né la morte di Kostja, né la riconquista di Trigorin. Sono due donne sole, una ha 43 anni, l’altra 70, che si stringono nella neve cercando il pulviscolo della vita e dei dolori che le hanno trafitte. Tutto può accadere, è l’alba della Rivoluzione d’Ottobre. Durata 90 minuti.
Al Teatro Teder, per la sezione Osservatorio, alle 22 va in scena “In via del tutto eccezionale” di e con Claudio Fidia, in collaborazione con Alessandro Paschitto che ha scritto il testo. Un ristorante diventa il luogo simbolo, finestra sul fuori, punto di incontro di serviti e servitori, di chi se lo può permettere e chi no. Immagine del mondo in sei portate, ordinate direttamente dagli spettatori. Come un Arlecchino contemporaneo, il cameriere-attore universalizza un’esperienza che schiaccia e mette in contatto con quello smarrimento e quella stanchezza che spesso toccano chi ancora non ha trovato il suo posto nel mondo. Durata 60 minuti.
Cinque traiettorie di sport sono lo schema vincente di “Pentathlon”, vera e propria mostra sportiva in cinque installazioni narranti in programma il 30 giugno e il 1° luglio alle 21 nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale. La prima è “Tennis Tornado e Trigonometria”, la riduzione, affidata all’interpretazione di Silvia Ajelli, che Luca Bargagna ha fatto del quasi omonimo libro di David Foster Wallace. “Troverete che il tennis agonistico, come il biliardo professionistico, richiede una mente geometrica, l’abilità di calcolare non soltanto le vostre angolazioni, ma anche le angolazioni di risposta alle vostre angolazioni. Poiché la crescita delle possibilità di risposta è quadratica, siete costretti a pensare in anticipo a un numero n di colpi, dove n è una funzione iperbolica limitata dal seno della bravura dell’avversario e dal coseno del numero di colpi scambiati fino a quel momento (approssimativamente). Io lo sapevo fare. (…). Riuscivo a pensare in base otto”. Insomma “è come giocare a scacchi correndo”. Questo breve passo dal libro dello scrittore statunitense morto nel 2008 già spiega di per sé la scelta di misurare le equazioni possibili tra tennis, biliardo e gioco degli scacchi. Come accade per “Bobby vs Fisher”, con Gilles Coullet, liberamente ispirato a “La mossa del matto” di Alessandro Barbaglia, riduzione e voce Claudio Di Palma, ma anche nel caso di “Bilie d’Avorio - Lo Snooker”, protagonista Nello Mascia, che trae invece ispirazione da “Steccate poetiche” di Stefano Duranti Poccetti. A tutto ciò, in “Pentathlon”, si aggiungono con “Essere o non essere” di Fabio Pisano, da Shakespeare e con Patrizio Oliva, le traiettorie interiori dello stato fisico, tra azione e non azione, di un pugile amletico, e si arriva con “Unico fiore nel deserto” alla naturale e completa chiusura del cerchio attraverso il giro di pista di una giovane atleta napoletana descritta dalle traiettorie letterarie di Antonio Ghirelli. Una performance che vede in scena una regina del teatro come Isa Danieli. Le coordinate del moto fisico diventano così in “Pentathlon” inevitabili direttive della mente, del pensiero, del cuore.
Chi avesse perso i debutti, può invece approfittare delle repliche di “Un domingo” di Florent Bergal, al Teatro Nuovo alle ore 20, e “Ragazze all’ingrosso” di Rossella Pugliese ,con Euridice Axen e la regia di Nadia Baldi, al Teatro Mercadante alle ore 19.
Al Teatro di Corte di Palazzo Reale, per la sezione Cinema a cura di Titta Fiore, sarà poi proiettato alle 21 “Ho visto un re”. Siamo nel 1936, ai tempi della guerra in Etiopia. La storia, incredibile ma vera, è quella di un Principe africano, catturato e tenuto prigioniero in una voliera nel giardino del Podestà, sotto gli sguardi increduli degli abitanti della piccola cittadina della provincia italiana. Si chiama Abraham Imirrù, ma per il piccolo Emilio è Sandokan che trova nell’amicizia inaspettata con il guerriero etiope la chiave per scoprire sé stesso. La vicenda è interpretata da Edoardo Pesce, Sara Serraiocco, Marco Fiore, Gabriel Gougsa, Fausto, Blu Yoshimi, Giulio Forges Davanzati, Elisa Di Eusanio, Michelangelo Dalisi, Patrizio Francioni, Lino Musella, Gaetano Bruno. La regista Giorgia Farina sarà presente in sala.
Al Dopofestival, nel Giardino Romantico di Palazzo Reale alle 22.30, è previsto un evento speciale con Alan Sorrenti, per ripercorrere insieme all’artista napoletano i nuovi e gli intramontabili successi della sua brillante e multiforme carriera.
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
I biglietti per assistere agli spettacoli costano da 5 a 8 euro, con ingresso gratuito per i diversamente abili con un accompagnatore e I pensionati titolari di assegno sociale. Le modalità della richiesta e della successiva conferma sono consultabili su campaniateatrofestival.it
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