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lunedì 13 ottobre 2025

Teatro Basilica, Vittoria Scognamiglio è UNA MADRE

 


Il 15 ottobre 2025 alle ore 21:00, al TeatroBasilica, va in scena Una madre, spettacolo inserito nel Festival Artinvita.Liberamente tratto da Il testamento di Maria di Colm Tóibín e ispirato alla vita stessa di Vittoria Scognamiglio, lo spettacolo intreccia parola, musica e immagine in un racconto intenso e visionario sul dolore, la fede e la memoria.Il testo introduttivo è firmato da Vittoria Scognamiglio, mentre Amahì Saraceni cura regia e drammaturgia, costruendo un percorso teatrale che unisce la forza evocativa della parola alla potenza del suono, creato e diretto dal musicista Alvise Sinivia.In scena, insieme a Vittoria Scognamiglio, sono Alvise Sinivia e ÉloïseVereecken, interpreti di una partitura poetica e sonora che restituisce il ritratto intimo e universale di una madre.La scenografia, firmata da Franck Jamin in collaborazione con Anabel Strehaiano, contribuisce a delineare uno spazio sospeso, dove il racconto si fa rito e presenza.

 

Sinossi:

Una Madre è un’installazione, un concerto, una danza, uno spettacolo. Ogni arte si affianca, si afferma, si isola e mette in risalto l’altra. Una donna che abbiamo sempre visto muta, un’icona, la Vergine Maria parla e ci racconta ciò che ha vissuto veramente, l’allontanamento e la morte del figlio. Il testo di Colm Toìbìn, Il testamento di Maria, è il filo d’Arianna che percorre questa creazione. Maria, sola, lontana dal mondo, in un luogo protetto, cerca di opporsi al mito forgiato dagli ex compagni di suo figlio. Dipingono un ritratto che lei non riconosce e vogliono costruire una leggenda intorno alla sua crocifissione che lei rifiuta. Il testo va al di là di ogni nozione di religione, ci parla di immigrazione, dell’arrivo di “idoli” artificiali, di un mondo che crolla, della distanza che talvolta separa le generazioni. Il divario tra la recitazione neorealista di Vittoria Scognamiglio e l’universo contemporaneo portato da Alvise Sinivia ed ÉloïseVereecken è come un passaggio, un’opposizione, un malinteso tra una generazione passata e quella futura. La potenza della musica e delle immagini dei pianoforti disossati di Alvise Sinivia, come vecchi strumenti quasi arcaici, risuonano letteralmente in tutto lo spazio e intrecciano i legami tra una storia ancestrale e la nostra modernità. La scena infatti è caratterizzata dalla presenza del dispositivo Ersilia integrato nella pièce.

Alvise Sinivia ha smantellato dei pianoforti ormai in disuso, conservando solo la tavola armonica, le sue viscere, i suoi organi. Queste tavole-cadaveri sono diventate un puro corpo suonante. Connesse da fili di nylon, le loro corde non possono emettere un suono da sole, ma soltanto attraverso la vibrazione dell’una che coinvolge la corda gemella dell’altro strumento lontano alcuni metri. Lo spazio diventa un elemento in evoluzione all’interno del quale Alvise si muove attraverso questi fili. Toccandoli, strofinandoli e pizzicandoli, i fili trasmettono le loro vibrazioni alle corde, poi alle tavole ponendole in risonanza. Lo scopo di questo dispositivo è di trovare nuove maniere di legare movimento e suono indagando come l’impiego di tutto il corpo può produrre musica e come questo suono possa generare altri movimenti di rimando: l’interdipendenza gesto-suono insita nella pratica di tutti gli strumenti viene qui portata al suo parossismo. Il lavoro di Alvise è un ingrandimento di questa relazione, la sua cristallizzazione all’interno del quale il corpo diventa un arco vivente.

Note di regia

Il testo di Colm Toìbìn, Il testamento di Maria, è il filo d’Arianna che percorre questa creazione. Maria, la vergine, un’icona, sola, lontana dal mondo, in un luogo protetto, cerca di opporsi al mito forgiato dagli ex compagni di suo figlio. Dipingono un ritratto che lei non riconosce e vogliono costruire una leggenda intorno alla sua crocifissione che lei rifiuta. Il testo va al di là di ogni nozione di religione, ci parla di immigrazione, dell’arrivo di “idoli” artificiali, di un mondo che crolla, della distanza che talvolta separa le generazioni. Il divario tra la recitazione neorealista di Vittoria Scognamiglio e l’universo contemporaneo portato da Alvise Sinivia ed ÉloïseVereecken è come un passaggio, un’opposizione, un malinteso tra una generazione passata e quella futura. La potenza della musica e delle immagini dei pianoforti disossati di Alvise Sinivia, come vecchi strumenti quasi arcaici, risuonano letteralmente in tutto lo spazio e intrecciano i legami tra una storia ancestrale e la nostra modernità. La scena infatti è caratterizzata dalla presenza del dispositivo Ersilia, di Alvise Sinivia, integrato nella pièce.


📝 INFORMAZIONI

 

Il “TeatroBasilica” è diretto dall'attrice Daniela Giovanetti e dal regista Alessandro Di Murro. L’organizzazione è a cura del collettivo Gruppo della Creta e di un team di artisti e tecnici. Supervisione artistica di Antonio Calenda. Ulteriori info sul TeatroBasilica sono reperibili a questo link:

 

https://www.teatrobasilica.com/chi-siamo

 

Dove siamo:

Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma

www.teatrobasilica.com

email: info@teatrobasilica.com

telefono: +39 392 9768519

 

Orario spettacoli: tutti gli spettacoli in scena in settimana dal lunedì al sabato sono in scena alle ore 21.00 tranne gli spettacoli della domenica che si tengono alle ore 16.30.

 

Link utili

Sito                                                     https://teatrobasilica.com/

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Instagram                                            https://www.instagram.com/teatrobasilica/



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