A un anno dall’immersione nelle acque antistanti Castel dell’Ovo delle prime bottiglie destinate all’affinamento subacqueo, Cantine Carputo presenta i risultati di un percorso di ricerca e innovazione che rafforza il legame tra vino e mare.
Il prossimo 12 novembre, presso la sede di Cantine Carputo, si terrà un incontro esclusivo dedicato alla riemersione dei vini affinati in mare, momento simbolico che segna la conclusione di un anno di affinamento nelle profondità del Golfo di Napoli e l’inizio di una nuova fase di sperimentazione e racconto. Nel corso dell’appuntamento sarà presentato il progetto nella sua interezza, con gli interventi di Domenico Fulgione del Dipartimento di Biologia dell’Università “Federico II” di Napoli, Tommaso Luongo, presidente AIS Campania, Roberta Buccino Grimaldi presidenteFondazione AIRC Comitato Campania, l’enologo Antonio Pesce e la famiglia Carputo.
La degustazione – che comparerà i vini affinati per un anno sott’acqua e quelli affinati secondo i metodi tradizionali - sarà guidata da Luciano Pignataro, tra le voci più autorevoli del giornalismo enogastronomico italiano.
Un’occasione per condividere i risultati di un percorso che unisce scienza, territorio e tradizione, mettendo in dialogo il mondo del vino con quello della biologia marina.
Un progetto che non è solo ricerca e innovazione, ma anche solidarietà: infatti in quest’occasione Cantine Carputo ha deciso di sostenere la ricerca oncologica con una donazione in favore di Fondazione AIRC. L’azienda resta a disposizione per condividere ulteriori informazioni in merito.
Con questa iniziativa, Cantine Carputo conferma la propria vocazione alla sperimentazione e al racconto del legame profondo tra vino, mare e territorio, in occasione del trentennale dell’azienda e nel segno di un futuro che guarda lontano, con radici salde nella terra flegrea.


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