Sabato 8 novembre alle ore 20:30 si conclude la
rassegna Affabulazione 2025 – Napoli crocevia di culture: dagli Angioini
agli Aragonesi con uno straordinario concerto del Centro Studi Adolfo
Broegg - Micrologus, tra i più autorevoli ensemble europei specializzati
nell’esecuzione di musica medievale.
L’appuntamento finale, ospitato presso l’Auditorium della chiesa di Maria
Santissima del Buon Rimedio, presenta “Li Jeu de Robin et de Marion” di Adam
de la Halle (fine XIII secolo), uno dei capolavori assoluti del teatro
musicale medievale.
Composto nel 1284 per la corte angioina di Napoli, il Jeu de Robin et de
Marion è un’opera di straordinaria modernità, in cui si intrecciano canto,
poesia e recitazione, restituendo la vitalità della cultura francese e il clima
di raffinata sperimentazione della Napoli angioina.
Un progetto di Progetto Sonora nell’ambito di “Affabulazione 2025 – Napoli crocevia di culture: dagli Angioini agli Aragonesi”.
Adam de la Halle è una figura emblematica tra l'Ars antiqua e l'Ars nova,
secondo la divisione imposta dai musicologi per definire i repertori della fine
del Duecento e quella del Trecento. Nella sua produzione, tra le composizioni
liriche monodiche e le mature polifonie del primo periodo del gotico, il Jeu de Robin et Marion, pastorella in
forma scenica, sarebbe stata composta a Napoli verso il 1285 e rappresentata
alla corte di Carlo d'Angiò che Adam ha servito durante l’ultima parte della
sua vita.
La forma, la struttura funzionale ed il suo contenuto simbolico sono tipici della cultura francese di quell'epoca. Così Adam ha inserito dei pezzi cantati e svariati riferimenti alle strutture musicali e coreografiche peculiari di un immaginario bucolico e popolare, caro alla poetica del tredicesimo secolo. Il risultato è uno dei testi che di più ha conosciuto il successo tanto che si fa riferimento alla sua esecuzione alla fine del quindicesimo secolo e i cui personaggi si ritrovano molti anni dopo nella letteratura e nella musica (lo testimoniano vari mottetti del manoscritto di Bamberg, nei testi dei quali c'è un riferimento preciso alle scene del Jeu).
MICROLOGUS
I musicisti dell’Ensemble Micrologus sono stati tra i primi a
contribuire alla riscoperta della musica medievale e dello spirito con cui fare
questa musica oggi.
Infatti, attraverso la ricerca e lo studio delle fonti dirette ed
indirette è oggi possibile basare l’interpretazione della musica medievale su
verosimili ipotesi di prassi esecutiva ed in generale di estetica musicale.
La ricerca delle fonti, le indagini storiche, paleografiche,
organologiche ed iconografiche (che hanno permesso, in certi casi, di
ricostruire strumenti musicali unici), lo studio e la comparazione
dell’etnomusicologia sono alla base del lavoro dell’Ensemble Micrologus.
Bisogna ricordare che proprio le ricerche etnomusicologiche hanno
contribuito a rilanciare l’interpretazione della musica medievale, sia per
quanto riguarda la riscoperta di particolari tecniche esecutive, vocali e
strumentali, sia per chiarire problematiche d’intonazione nella modalità e
nella polifonia: è infatti opinione, da più parti condivisa, che le culture
musicali di tradizione orale conservino caratteristiche molto arcaiche
assimilabili in linea di principio ad alcuni aspetti della musica antica ed in
particolare di quella medioevale.
Inoltre, ritenendo fondamentale le ricostruzione della funzione della musica medievale, sia per chi esegue che per chi ascolta (all’epoca non esisteva il “concerto” vero e proprio), tutti i musicisti del Micrologus hanno partecipato alle varie Feste Medievali, prima fra tutte quella del Calendimaggio di Assisi , in cui l’evento musicale è oggi ricollocato nel proprio spazio sonoro e temporale: la chiesa (ovverosia la preghiera e la solennità), la corte (con il canto epico, la lirica d’amore e il ballo), la piazza ( con la festa e il ballo), la strada (con il corteo e la processione religiosa).

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