Dopo i successi raccolti in tutta Italia e all’estero, arriva a Roma, sul palco dello Spazio Diamante – il 17 novembre alle 20,30 - uno degli spettacoli più intensi e premiati della Compagnia Berardi Casolari:
Amleto Take Away, un lavoro che ha segnato un passaggio
fondamentale nel percorso poetico e artistico del duo formato da Gianfranco
Berardi e Gabriella Casolari, tra i protagonisti più originali della scena
teatrale contemporanea. Gianfranco Berardi, per questo spettacolo ha ricevuto
il Premio Ubu come miglior attore.
Amletotakeawayèunaffrescotragicomicochegiocasuiparadossi,gliossimorielecontraddizioni
del nostro tempo che, da sempre, sono fonte d’ispirazione per il nostro teatro
‘contro temporaneo’. Punto di partenza sono, ancora una volta, le parole,
diventate simbolo più che significato, etichette più che spiegazioni, in un
mondo dove «tutto è rovesciato, capovolto, dove l’etica è una banca, le
missioni sono di pace e la guerra è preventiva».
Sul
palco un attore in crisi e una regista, che, come ogni sera, tenta di spronare
il suo compagno ad andareinscena,asuperarelacrisicheloaffliggeerecitareperl'ultimavoltailloro"Amleto”.Inizia
così un viaggio che si sviluppa in parallelo, a metà strada tra finzione e
realtà, teatro e vita: una
contaminazionetral'operashakespearianaeivissutiautobiograficidell'attoreprotagonista.Lospet-
tacolo creauna corrispondenzatragicomica, ironicaepoetica al tempo stesso,
tralavitadel giovane attore italiano e quella del principe danese. Mentre in
scena si rievocano il rapporto di Amleto con i suoi familiari, l’amara
scoperta, la crisi e la pazzia, avanzano strettamente connesse le vicissitudini
dell’attore italiano: il rapporto con il padre, la scoperta della malattia che
lo conduce alla cecità, le
difficoltàeildisagiodivivereinun’epocaincuinonsiriconosce,ilrapportoconilmondodellavoro
teatrale e la scoperta dell’amore…
Una
riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e
dall’ascoltodellarealtàcircostante,checiattraeecispaventa.«Tutto
èschiacciatofraildoloredellagenteeletemperaturedell’ambiente, fra i barbari del
nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono
schiacciatefralostudiochenonserveeillavorochenonc’è,fragli under 35 e gli over
63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili... In questo
percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale,
l’Amleto di Shakespeare.
Amleto,
simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza,
è risultato, passo dopo passo, il personaggio ideale cui affidare il testimone
di questa indagine. Ma l’Amleto di AmletoTakeawayprocedeancheluiallarovescia:èunAmletochepreferiscefallirepiuttostocherinunciare, che non si fa molte domande
e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli
porteranno nulla dibuono.Èconsapevolemaperdente,unnumeronovemaconla maglia
dell’Inter e di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità, dalla
virtualità e dalla pornografia di questa realtà.
Amleto
è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così
generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate
come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro.
«To
be o FB, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentrosèe
accettarsiper quellochesiè,isolandosidacomunity virtuali per guardare da vicino
e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in
posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridenti, grazie all’app di
photoshop?Dimostrare ad ogni costo di essere felici mettendo dei ‘mi piaci’ sui
profili degli amici.
Pubblicaredeitramontiunbelpiattodispaghettioglieffettidella
pioggia tropicale, sempre tesi anche al mare con un cocktail farsi un selfie
perché il mondo sappia, dove sono, con chi sono, e come sto.Apparire, apparire,
apparire, bello, figo, number one e sentirsi finalmente invidiato.“Tobeorfb,thisisthequestion”.
Lo
spettacolo sarà in scena nell'ambito di “Officine Teatrabili – Terza Edizione”,
progetto realizzato grazie al sostegno del MIC – Bando Accessibilità 2025.
La
compagnia Berardi Casolari tornerà a Roma il 21 novembre, ospite dello Spazio
Rossellini, con lo spettacolo LidOdissea, testoeregiaGianfrancoBerardieGabriellaCasolari, con la collaborazione di
César Brie. In scena
GianfrancoBerardi,GabriellaCasolari,MassimilianoDiCorato,SilviaZaru
Lospettacoloèaccessibileancheaunpubblicodipersoneciecheepersonesorde,attraversoaudiodescrizione
e sovratitolatura digitale.
Trailerhttps://www.youtube.com/watch?v=z8YmLgAehUo
Spazio Diamante, Roma – ore 20:30
Via Prenestina, 230/B 00176 Roma RM
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
📩botteghino@spaziodiamante.it
Ufficio
stampa Compagnia Berardi Casolari
Maya Amenduni
+39 392 8157943
mayaamenduni@gmail.com
Estrattirecensioni
Imbocca una strada poetica piuttosto inedita Gianfranco Berardi, che
con Amleto take away forgia un rapporto creativo assai stretto con Gabriella
Casolari, entrambi drammaturghi… nel suo cristo sparigliato con follia piena di
metodo scopriamo un maturo Berardi che da ipovedente pare evochi Montale
elogiando la guida degli occhi di lei.RodolfodiGiammarco,laRepubblica.it,3giugno2018
Con Amleto take away, come dire un Amleto da asporto, scritto e
interpretato da un indiavolato Gianfranco Berardi, assistito, guidato e
coccolato dalla sua Gabriella Casolari si ha l'impressione di fare un
acrobatico giro sulle montagne russe per cui devi tenerti da ogni parte per non
cadere in basso e senti il cuore che t'arriva in gola quando lo vedi entrare in
scena tenendosi legato come un Cristo ad un banner rosso…GigiGiacobbe, Sipario,8 giugno 2018
Maginifico! Si era scritto di capolavoro per “Io provo a volare.
Omaggio a Domenico Modugno” […]. E il prodigioso incanto si è ripetuto, sempre
a Fontanellato, con il nuovo spettacolo “Amleto take away”, il protagonista
Gianfranco Berardi, per questo spettacolo Premio Ubu come miglior attore,
affiancato in scena con quieta discrezione da Gabriella Casolari, il testo un
tutt'uno con
l'azione,unascritturascenicacheintrecciaconfelice,malinconicaspudoratezza,nelfiltrodeinostri
poverigiorniadaltaconcentrazionecomunicativa,lastoriadiAmletoememorie/immaginipersonali,
in ritmi travolgenti, di gesti e parole, di una fisicità possente che è anche
coreografia con i pochi elementi della scena.ValeriaOttolenghi,GazzettadiParma,29marzo 2019
E Berardi è, dell’ultima generazione, tra
i pochi attori che portano avanti la tradizione eroica dell’attore-autoredelnuovoteatroitaliano:prendereiclassici,farliapezzi,mangiarliepoirisputarli
fuori, più vivi che mai. Tra i riferimenti diretti ci sono naturalmente
i giganti: Carmelo Bene e, in particolare, Leo de Berardinis.RodolfoSacchettini,AltreVelocità,27gennaio2019
Lui èGianfranco Berardi, un vulcano di energia, fuoco pugliese nelle
vene, capace di ruggiti,
acrobazie,metamorfosidivocieruoli,comicitàavvincenteemalinconicatenerezza.[…]Vederloin
scena è un’esperienza travolgente perché ha la forza di una calamita.Ogni
movimento è calibrato, ma offerto con un’estrema leggerezza: al fianco di
Berardi c’è la presenza visibile ma discreta della Casolari, una sorta di servo
di scena o “custode” che porge gli oggetti, lo dirige, gli suggerisce pause e
movimenti. Una figura delicata che fa da contrappunto all’energia muscolare di
Berardi.GildaTentorio,FrammentiRivista.it,6dicembre2018
Questa nuova opera della Compagnia Berardi-Casolari è una piccola
grande perla di teatro. Che passadallaprosaallaparodiadellaquotidianitàesiinsinuanellapoesiachepuòriservarelavita
nella sua immagine di bellezza.DiegoCantore,DissolvenzeLab,30novembre2018
LospettacoloèsicuramentelapiùmaturafraleultimeproduzionidiGianfrancoBerardi.Armonica
la presenza di Gabriella Casolari, compagna di lavoro e di vita, qui nell’umile
ma fondamentale ruolo di spalla, quasi servo di scena, che consente a
Gianfranco le sue spericolate, pirotecniche esibizioni, incredibili per un
artista affetto da cecità – peraltro dichiarata e raccontata nel corso dello
spettacolo – ma che lo spettatore neofita è indotto a ritenere una finzione
drammaturgica.ClaudioFacchinelli,CorriereSpettacolo.it,2luglio2018
Ilteatro
diBerardi-Casolariè fisico, oltrecheunirrefrenabileecoinvolgente
flussodiparole;èunmovimento
testa-parola-cuore che non si ferma, che fa degli oggetti scenici un tutt’uno
con il protagonista, divenendo strumenti di viaggio, di racconto, di sosta e
riflessione; è un sogno di un mondo possibile da costruire che si interseca con
quello reale, quello dell’oggi dominato dall’apparire, dai mezzi di
comunicazione, dai social, dai rapporti amorosi che si costruiscono sul virtuale..PaolaAbenavoli,paneacquacultura.net,11giugno 2018
IlriuscitissimoAmletotakeawaydellacompagniaBerardi-Casolari,chevede,comespessosuccede,
Gianfranco Berardi solo in scena a evocare con larga dose d’ironia le
contraddizioni del nostro
tempo,affettodavelocitàetuttoprotesoinsuperficie.CoadiuvatodallacoautriceGabriellaCasolari,
anche lei presenza in scena…Tra momenti di evidente e autoironica comicità e altri
di più incisiva disamina dei nostri giorni, lo spettacolo corre verso la fine
con un ritmo leggero e indovinato, sotto al quale si annida più di una domanda
capitale…LeonardoMello,Nonsolocinema.com,13giugno2018
L’Amleto di Casolari/Berardi ribalta tutti i diktat del nostro tempo,
in un gioco semiserio al capovolgimento
continuo.GabriellaCasolarièunapresenzaquasiieratica,
conlasualiturgiadimovimentiminimi,modulati
nell’ombra,[…]eBerardièunamacchinadaguerradell’orazione,conilsuofisicoscattante,inervi
tesi e una voce che mastica parole ad alta intensità, e poi le fa a pezzi, le
ingoia, le risputa fuori, in un rituale di condivisione con il pubblico.
Lasciando andare cuore e polmoni, senza sicura.ValentinaDeSimone,Cheteatrochefa,13giugno2018
Unascritturascenicadrammaturgicarara,perflutti,equellaconsistenzachenonsiafferramaidel
tutto che hanno solo alcuni attori e attrici.LorenzoDonati,8aprile2018
Berardisulpalcoèunrocker,èbenedettoemaledettoinsieme,èIggyPopeDinoCampana,èMichael Jackson e Bukowsky, è Michael Jordan e Baudelaire, è Jim Morrison e Basquiat. Potremmo osare scomodando anche Carmelo Bene [...]. Se Berardi in questo nuovo lavoro è il front man, la Casolari è, più che il servo di scena che movimentalucieoggetti,ilregistakantorianocheazionaidispositivi,dàlepause,direzionasguardi eparentesi,suggerisceconpiccolitocchi.Ilduocollima,ilduettofunziona,amalgamatodaglianni, ben impastato. Nelle loro parole c'è una densa ferocia tenera e una candida delicatezza crudele…TommasoChimenti,Recensito.net,6aprile2018.


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