Un grande classico, e come tale sempre moderno, e alcune interessati novità assolute. Questo è quello che attende gli spettatori del Campania Teatro Festival il 9 luglio. Le relazioni umane, i desideri più cupi, la sfida intellettuale, la cecità come risposta all’incomprensibilità del mondo. Sono tra i mille elementi dell’“Edipo re” di Sofocle, il testo classico che, tradotto da Gianni Garrera e con l’adattamento e la regia di Luca De Fusco, va in scena il 9 e 10 luglio alle 21 nella Villa Campolieto di Ercolano. Un vero e proprio “thriller”, nella chiave registica scelta da De Fusco, dove i personaggi si muovono come al buio, nessuno conosce e comprende l’identità e la relazione con l’altro, mentre su tutti grava una sorta di maledizione e un “oracolo” che profetizza sventura. Protagonista dello spettacolo, vero e proprio percorso psicoanalitico all’interno della psiche di Edipo, è Luca Lazzareschi, che interpreta anche l’indovino Tiresia, il servo di Laio e il Nunzio. Con lui in scena Manuela Mandracchia (Giocasta), Paolo Serra (Creonte), Francesco Biscione, Paolo Cresta e Alessandro Balletta. Durata 90 minuti.
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lunedì 7 luglio 2025
L’EDIPO DI DE FUSCO, L’HOTEL DALIDA DELLA DE STEFANO E IL GENIO DI TESLA IL 9 LUGLIO AL CAMPANIA TEATRO FESTIVAL
Al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale a Napoli il 9 luglio alle 21 andrà invece in scena “Hotel Dalida”, ideazione, regia e interpretazione di Roberta Lidia De Stefano, testo e drammaturgia di Irene Petra Zani. Una reporter è prigioniera in Egitto in un luogo abbandonato, illuminato dalle stelle di una vecchia insegna di un hotel. Una mattina qualcuno ha bussato con insistenza alla porta della camera dell’albergo dove alloggiava e l’ha portata via. Ha perso la vista in un’esplosione, ma i suoi sequestratori hanno voluto bendarla comunque. Non ha fatto niente per violare le leggi egiziane, ma sa che questo non ha importanza. Nel silenzio interminabile della sua prigionìa, la giornalista, come una Tiresia donna, racconta tutto quello che ha visto per dare voce a coloro che altrimenti sarebbero silenziati dalla dittatura e, raccontando, si aggrappa alla vita degli altri per non pensare al pericolo che sta correndo. Per farsi coraggio pensa anche a Marie Colvin, la corrispondente di guerra che l’ha ispirata fin da ragazzina nel suo lavoro. L’intero racconto è interrotto giorno e notte dalle canzoni di Dalida. L’artista si era tolta la vita in un albergo dopo aver ingerito centoventi pasticche di barbiturici e aveva lasciato un biglietto con scritto “Perdonatemi. La vita mi è insopportabile”. Anche la reporter teme di avere un crollo nervoso rinchiusa lì dentro, ma saranno proprio le canzoni a tenerla in vita. Solo in apparenza distanti, la cantante e la donna hanno fatto lo stesso viaggio, anche se al contrario: Dalida era nata in un sobborgo del Cairo ed era scappata dall’Egitto per realizzare se stessa, mentre la reporter è andata in Egitto per realizzare la sua vocazione. Entrambe non hanno mai accettato compromessi o concessioni contrarie alla loro coscienza e hanno lottato per conservare il loro posto nel mondo. Entrambe usano la loro voce come megafono per portare al pubblico un ideale che trascende la loro stessa vita. Le canzoni di Dalida diventano sempre più come le parole di conforto di una cara amica in quella situazione di abbandono e di paura. Anche la reporter, come canta Dalida, è sola, con la sua vita appesa a un filo, e ha bisogno di una voce per non scomparire. E anche per la protagonista la sola cosa che può darle conforto in quelle tenebre, è mettersi a cantare. Durata 60 minuti.
Pochi in Italia conoscono Nikola Tesla, geniale scienziato ed inventore. L’occasione di scoprire la sua personalità, controversa e originale, ci viene offerta da “Nikola Tesla-Genio compreso”, in scena mercoledì alle 20 al teatro Nuovo, scritto, diretto e interpretato da Max Mazzotta. Trasferitosi a New York dalla Croazia, Tesla non solo contribuì allo sviluppo di strumenti e tecnologie che si basavano su studi teorici, ma era anche convinto che l’energia si potesse ottenere dalla natura terrestre senza inquinarla e che potesse essere gratuita per tutti. Questa “utopia”, come sappiamo, non si realizzò mai. Lo spettacolo vuole essere, dunque, una riflessione più ampia sui danni irreparabili e le conseguenze etiche e morali che il progresso senza scrupoli ha avuto sul clima, sulla salute del nostro pianeta e sugli uomini. Con Marina Sorrenti, Francesco Maria Cordella, Alessandro Castriota Scanderbeg, Graziella Spadafora, Pasquale Mammoliti e Claudia Rizzuti. Durata 60 minuti.
Il 9 luglio al Tedér alle 20 va in scena anche “Il corpo presente”, progetto di danza contemporanea a cura di Arcadie Rusu (Romania), in collaborazione con Giulia Amodio dell’Associazione N:EA (Napoli: Europa Africa) di Ponticelli (NA), assistenza artistica di Daniela Montella. Con Annalisa Arbolino, Assunta Romano, Maria Sofia Guida, Maria Teresa Battista, Giulia Barone, Carmela Olimpio, Elisabetta Visco, Angela Esposito e Victoria Krainer. Durata 50 minuti.
La sezione Cinema propone, invece, alle 21 al Teatro di Corte di Palazzo Reale “Si dice di me” di Isabella Mari, protagoniste Marina Rippa e le donne del suo laboratorio teatrale. Nel cuore di Napoli, in quartieri complessi, la Rippa guida da trent’anni donne di tutte le età attraverso il teatro, trasformando un laboratorio in uno spazio vitale di libertà e di emancipazione. Mentre le loro storie intrecciano passato, presente e futuro, lo spazio scenico diventa il luogo dove riscrivono le loro vite e trovano la forza nella sorellanza, dimostrando che la condivisione è il vero strumento di riscatto. Il film racconta questo viaggio di emancipazione e autodeterminazione che trasforma lo spazio scenico in un luogo sacro, dove storie di ribellioni e riscatto prendono vita. Intervengono la regista del film Isabella Mari, Marina Rippa, le protagoniste e le produttrici. Durata 68 minuti.
Al Dopofestival, infine, a partire dalle 19 l’appuntamento è con il djset Zona de Frontera. Ingresso gratuito, ma su prenotazione da convertire presso la biglietteria del Festival a Palazzo Reale in un ticket per accedere al Giardino Romantico, luogo dell’evento.
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
I biglietti per assistere agli spettacoli costano da 5 a 8 euro, con ingresso gratuito per i diversamente abili con un accompagnatore e i pensionati titolari di assegno sociale. Le modalità della richiesta e della successiva conferma sono consultabili su campaniateatrofestival.it
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