E’ il momento di ritornare in scena anche per Gianluca Ramazzotti, che nei prossimi mesi sarà il protagonista, al fianco di Antonio Catania, dello spettacolo Il Prestito, scritto da Jordi Galceran, adattato nella versione italiana da Pino Tierno e prodotto dalla Ginevra Media Production SRL. Una commedia di circa 2 ore che consentirà a Ramazzotti di calcare nuovamente un palco, dopo i difficili mesi del lockdown.
Salve signor Ramazzotti. Sta per tornare in scena con lo spettacolo Il Prestito. Di cosa parla?
“E’ uno spettacolo che noi avevamo già fatto nel 2014 e 2015 e che aveva avuto un discreto successo. E’ un’opera spagnola, che ha fatto il giro del mondo. Si può dire che è uno dei testi moderni più rappresentati in questo momento. E’ scritto dallo spagnolo Jordi Galceran, ossia uno degli autori più acclamati e rappresentati nel mondo. Il Prestito, come il titolo stesso può suggerire, è nato per presentare al pubblico una materia che conosce bene: i prestiti bancari. Questi ultimi fanno dunque partire una storia che poi va a toccare varie corde, non legate soltanto al prestito e al suo meccanismo”.
Bene. Addentriamoci un po’ di più in questa storia…
“Innanzitutto, ci sono due protagonisti: uno interpretato da me, l’altro da Antonio Catania. Due uomini che hanno un background del tutto differente. Tutto parte da ‘me’ che vado a chiedere un prestito ad un direttore di banca, che è interpretato appunto da Antonio. Tuttavia, il mio personaggio non è in grado di offrire tutte le garanzie necessarie ed il prestito gli viene negato. Da lì si scatena una vera e propria vendetta di quest’uomo a cui presto il volto, che minaccia di fare una cosa avventata: andare a letto con la moglie del banchiere. Quest’ultimo, ovviamente, rimane molto colpito dall’intenzione dell’uomo di incontrare ‘casualmente’ la moglie col solo fine di sedurla. Il personaggio che interpreto chiarisce subito di non voler usare violenza nei confronti della donna, bensì che intende sfoggiare tutte le sue armi da seduttore. Da un prestito negato e da una risposta alla cosa ‘sopra le righe’ succedono quindi tante cose, perché il direttore viene risucchiato in un vortice e viene manipolato dalla stessa persona che gli ha chiesto il prestito. E’ una commedia molto divertente, di circa 2 ore”.
Immagino che lo spettacolo rispetti anche le esigenze del periodo dettate dal Coronavirus
“Sì, è uno spettacolo che fa sì che vengano adoperate tutte le regole relative ai distanziamenti. Adesso andare in scena significa seguire delle regole che prima non c’erano, come il distanziamento sociale o il non toccarsi. Questo tipo di testo ci permetteva adattarci completamente alla situazione che stiamo vivendo”.
Com’è tornare in scena dopo mesi di blocco totale?
“Emozionante da una parte, faticoso dall’altra. Perché bisogna rispettare delle regole e non si può fare finta di niente. Questo momento è un modo anche per capire quanto il pubblico abbia voglia di vedere il teatro. Una voglia che io credo ci sia. Bisogna cercare di ricreare una solta di fil rouge che c’era e che poi si è dovuto congelare. Diciamo che si è congelata una situazione, mentre desso è necessario cercare di sbrinarla per ritrovare il sapore. Non sarà più come prima, ma ci sarà un sapore diverso. E’ necessario trovare un nuovo sentimento, sia per il pubblico, sia per gli artisti sul palco”.
Dove porterete in scena Il Prestito?
“E’ nostra intenzione portarlo in scena da inizio stagione e fino a dicembre. Ad esempio, a Roma saremo al Teatro Golden dalla fine di novembre per tre settimane. E’ uno spettacolo che la ‘capitale’ rivede volentieri, anche se anni fa siamo stati in un altro teatro. Il Golden ha 300 posti, mentre con le nuove norme ne avrà 140/150. Ci permetterà di ritrovare, come le dicevo, quel sapore, quel contatto col pubblico che manca da qualche mese”.
La regia da chi sarà curata?
“Da Gianpiero Solari. Un regista che è stato per anni un autore e regista di Fiorello, oltre ad aver lavorato con tanti mostri sacri del cinema e della televisione. La regia originale è la sua, motivo per cui abbiamo ripreso a lavorare con lui”.
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