Pietro Del Vaglio è inarrestabile. L’interior designer, di fama
internazionale, definito poeta dell’abitare, è soprattutto un punto di
riferimento anche per la stampa di settore in fatto di arredo d’interno.
Ed è in copertina su AD di giugno con una dimora sita a Chiaia, uno dei
quartieri più IN di Napoli. Così racconta AD: <<Napoli, Chiaia,
oggi il quartiere chic della metropoli partenopea. La casa di questa
storia sta qui, in un palazzo del primo 900, orgogliosa presenza in un
fitto tessuto urbano che amalgama, non senza qualche stridore, edifici
dal 500 ad oggi. Siamo in piena “napoletanità” dunque, magari non
quella, popolaresca e un po’ oleografica, legata alle scene di genere di
certa pittura ottocentesca o di certa cinematografia. Una più alta, più
signorile. “Ma pur sempre di napoletanità si tratta” interloquisce
Pietro Del Vaglio il progettista che della dimora ha ideato e curato la
radicale trasformazione, Montese, di Monte di Procida cioè, quindi a un
passo da qua, questo sentimento ineffabile lo conosce bene. Continua:
La prima volta che ho visto l’area e l’edificio ho pensato proprio a
questo, volevo che, cancellato il suo anodino passato, la casa
esprimesse Napoli, lo spirito di Napoli, la gioia di vivere, la
solarità, i colori, l’eclettismo e pure una certa drammaticità. Ma come?
Lo stile che va per la maggiore da queste parti, un ossimorico
minimal-barocco, si è fatto ormai maniera e Del Vaglio la maniera e la
sua ancella, la moda, le ha sempre tenute a distanza. Predilige la
reinterpretazione anche ironica del genius loci, la contaminazione piena
con ispirazioni allogene, l’invenzione, la pulsione scenografica, lui
che come decoratore, nel senso anglosassone del termine, è nato al
Teatro San Carlo>>.
E così Del Vaglio ha immaginato questa casa come una storia, << un racconto rapsodico>>, lo definisce.
Un fil rouge unisce sottilmente gli ambienti differenti.
Attenzione ai dettagli ed eleganza. Una creazione targata Del Vaglio, completamente Made in Naples, dall’anima napoletana.
E si spiega bene su AD: <<Spiega Del Vaglio “Per dare
fluidità ai percorsi abbiamo demolito anche muri portanti e pertanto si è
resa necessaria l’adozione di cerchiature di rinforzo su setti e
pilastri, soprattutto nell’ingresso dove tale intervento è stato
“vestito” con un monoblocco di marmo nero da leggersi come elemento
decorativo. Cosi siamo riusciti a creare una continuità circolare tra
soggiorno, studio, zona pranzo, cucina e un piccolo servizio ad usum
degli ospiti, dando un respiro unitario a locali esteticamente diversi»,
A questa sensazione di diversificata unitarietà che la casa comunica
contribuiscono anche la scelta di pochi materiali per i pavimenti
(perlopiù legno) e la teatrale soluzione dell’impianto di
climatizzazione che Del Vaglio ha dissimulato nel soffitto mascherando
le bocchette di erogazione dell’aria con delle minigriglie in stile
magrebino o con sculture “pensili” secondo un unico, divertito spartito
stilistico. Un ruolo importante in questo gioco hanno anche
l’arredamento e gli arredi che la proprietaria ha voluto portare dal suo
precedente appartamento e che del resto sono dei classici del design.
La sala da pranzo, per esempio, è improntata al surrealismo di Carlo
Mollin, suo il tavolo che trova riscontro nelle sedie vintage e nei
contenitori neri immaginati da Del Vaglio come plinti classici, tant’è
che sorreggono sculture di vario tipo. Più soft il soggiorno, con
imbottiti di Flexform e Fritz Hansen, e l’ingresso con un bellissimo
pezzo di Carlo Bugatti. Ad accompagnare questa temperie stilistica, anzi
a stimolarla, sono le opere che Pietro Del Vaglio ha impaginato con
sagacia istituendo sottili parallelismi tra esse, gli arredi, il
sentimento dell’ambiente e quella “napoletanità evocata all’inizio. Per
esempio, sopra la testata del letto padronale Ipanema di Poliform
l’installazione di Del Vaglio L’arte di arrangiarsi, costituita da
cordicelle policrome intrecciate a parete, o, in soggiorno, OGM di Del
Simone Chiorri: il ritratto dei proprietari, eseguito sulla falsariga di
quello dei duchi di Montefeltro di Piero della Francesca>> E a
Napoli si ritorna con il lavoro Naples di Del Vaglio tre vedute aeree
del Golfo più famoso del mondo così sovrapposte per alludere alla
stratificazione geologica e culturale della città>>
Lo splendido reportage di più pagine è illustrato con gli scatti fantastici di Giorgio Baroni, una garanzia.
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