Massimo Schiavon: L'arte di raccontare emozioni – Intervista
https://youtu.be/p02ceNA0Jj8?si=jxjNCElY6ru8bZQD
Massimo Schiavon è un artista che incarna l'essenza della canzone d'autore italiana, unendo poesia, musica e un profondo impegno umano. La sua carriera, radicata in Liguria ma con uno sguardo sempre aperto al mondo, è caratterizzata da collaborazioni straordinarie e da una sensibilità che sa parlare al cuore delle persone. Oggi ci racconta "The Bridge", un progetto nato dall'incontro con Ugo Mazzei, in cui le differenze diventano forza e la musica si fa ponte tra culture e anime. Attraverso sonorità che spaziano dallo swing alla musica latino-americana, l’album è una celebrazione dell’incontro, un viaggio senza confini che dimostra come l’arte possa unire e ispirare.
Link per l'ascolto:https://open.spotify.com/album/2ex1WYi9iS2Cm45H7stB7L?si=MnOI_1WNRS29KUYb9iUBCA
The Bridge rappresenta un viaggio musicale che unisce culture e sensibilità diverse. Qual è stata la sfida più grande nel collaborare a distanza con artisti di paesi così lontani, e come siete riusciti a mantenere intatta l’autenticità delle vostre visioni artistiche?
Piu' che una sfida una grande opportunita' dovuta alla rete internet, che sotto questo profilo abbatte davvero ogni barriera. Si lavora di pari passo a passo vagliando i file che vengono scambiati fino ad ottenere una visione condivisa del progetto artistico.
Nel tuo percorso hai collaborato con grandi figure della musica italiana, come Enzo Jannacci. C’è un episodio o un insegnamento particolare che ti porti dietro e che ha trovato spazio in questo nuovo progetto?
La collaborazione con in grande Enzo Jannacci e' stata un vero dono, insperato, che mi ha arricchito non solo da un punto di vista artistico, ma anche umano, per la grande personalita' di Enzo. In particolare un suo insegnamento che mi ha aiutato molto nella stesura di The bridge e' l'apertura mentale e la curiosita' artistica che il grande Jannacci, spero, mi abbia trasmesso. In questo progetto così eterogeneo, dal punto di vista delle influenze musicali, questa forma mentis si e' rilevata determinante.
The Bridge è descritto come un mosaico musicale che abbraccia swing, musica latino-americana e la tradizione cantautorale italiana. C’è un momento specifico durante la creazione dell’album in cui hai sentito che tutti questi elementi trovavano una sintesi perfetta?
Forse e' proprio "Come un film", a mio dire, il brano in cui queste influenze si fondono al meglio.
Lavorare con Ugo Mazzei ha portato a una fusione di linguaggi e influenze. C’è un aspetto del suo approccio musicale che ti ha sorpreso o che ha cambiato il tuo modo di vedere la scrittura autorale?
Ugo, oltre che cantautore raffinato e uomo di grande cultura mantiene una mentalita' da produttore vecchia scuola, oramai merce rara. Un approccio quindi rigoroso e quasi manicale nella cura dei suoni, che determina la qualita' per prodotto finale.
Nel tuo lavoro hai sempre dato grande importanza ai testi. Quanto è stato difficile trovare parole che fossero universali e capaci di dialogare con le diverse anime culturali presenti in The Bridge?
Non ho trovato grandi difficolta', sinceramente. Amo da sempre scrivere con un approccio per così dire cinematografico, per immagini e questo sicuramente aiuta.
I video di Christophe Laurenti hanno aggiunto profondità visiva a The Bridge. Qual è stata la tua reazione nel vedere la tua musica tradotta in immagini, e c’è un video in particolare che senti rappresenti meglio l’anima del progetto?
Christophe e' un bravo professionista, sensibile e rispettoso, soprattutto dell'intenzione artistica sia nelle fase di ripresa che di post produzione. Lavoro con lui da tanto tempo, per cui il processo creativo risulta naturale. Un filo di vento per la sua atmosfera poetica, e' forse per me il video piu' rappresentativo.
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