Giovedì 11
luglio 2024 è disponibile il videoclip di “LATTE” (Overdub Recordings) dei STANISLAO
SADLOVESKY, brano estratto dal disco d'esordio “Il declamatore” pubblicato il
19 gennaio.
“Latte” è
un brano che, nell'arco di pochi minuti, spazia da un'elettronica ambient
introduttiva ad un synth pop più suonato e sghembo. Passa da un rim shot danzereccio ad un finale dub che funge da
buonuscita. Il tutto accompagna una filastrocca inversamente infantile,
parzialmente scremata da sussurri maturi che ne contrastano lo stile.
Commenta la
band a proposito del brano: “Latte è synth
pop da imbranati suonato con mano a 4 dita mozzate. È vaneggiamento. È sballo
senza farsi. È un’infanzia anziana, sottosopra, capovolta. Latte è profondo
bianco. In esso si tuffano giochi di parole e ne escono, mondate, parole
giocattolo”.
Il
videoclip di “Latte”, ideato dai Stanislao Sadlovesky (Massimo Cavasin ed
Alessandro Lazzarin) per la regia di Elena Supertramp, rispecchia visivamente
il brano. Nel video, due enigmatici personaggi
mascherati proclamano il loro credo, navigando inesorabilmente attraverso terre
emerse, indifferenti al fumo che tenta invano di ostacolarne il cammino.
Intanto, migliaia di persone, assetate di Latte, invocano sazietà,
soddisfazione e appagamento con la costanza delle rondini e la pazienza dei
forti.
Guarda il
videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=i3vPwluIpM8
Biografia
Stanislao
Sadlovesky. Un'entità ontologica emerge intermittente dall'oscurità, come lampi
di magnesio portatori di codici semantici e lessicali altri. Non ha volto, non
ha collocazione geografica o anagrafica. È la voce interiore che si colloca tra
il metapensiero e il reale, un'allucinazione acustica ipnagogica. Viene da un
mondo con cicli solari velocissimi e stagioni dispari, modulate su interferenti
flussi di coscienza a più livelli. Domina un senso di sovvertimento di tutte le
leggi semantiche e di natura. L'impressione è di conversare con il je est un
autre di Rimbaud, osservando le albe di una città a due soli mentre l'asfalto
suppura delle rivolte dei vivi, o dei morti che si credono vivi, in una danza
macabra ematica. Il cranio viene infilato tra due elettrodi che funzionano come
casse sintonizzate su due canali audio divergenti, declinando i pensieri in
modi e tempi differenti. Ed ecco che poi il lessico familiare si fa
sottolinguale, una sorta di filastrocca autistica, dipanata tra i denti
all'inizio di un giorno già finito. Stanislao è un viaggio sonoro, visivo e
sinestetico che ci lascia attoniti, stralunati, altrove, con la corteccia
cerebrale avvolta nel nastro isolante. Echi sonori sembrano provenire da
galassie sconosciute, forse già collassate.
Arrivano come un'onda gravitazionale in differita. È una nuova
declinazione (o deviazione) di teatro distopico che spiega se stesso, ogni
volta diversamente, senza necessità di esegesi, semplicemente esistendo.
Dopo
“Sangue per Zanzare” e “Il futuro si fa attendere”, con i relativi videoclip
che hanno anticipato il debut album “Il declamatore”, pubblicato il 19 gennaio
2024 da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves/Universal Music Group, da
giovedì 11 luglio sarà disponibile il video di “Latte”.
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