È
tutto pronto per il debutto dello spettacolo "I 100 minuti del Rock",
il 15 novembre alle 20.30 presso la Sala Luttazzi del Magazzino 26 in Porto
Vecchio a Trieste.
Il
musicista e storyteller Gabriele Medeot, voce nota di Rai Radio Uno e autore
del libro "RockHistory" edito da Tsunami, salirà sul palco per la prima data del nuovo
spettacolo che ha origine dalle rodate e numerose performance di
"RockHistory". Fin qui
realizzate davanti ad oltre novantasei mila persone in più di quattrocento
appuntamenti in nord Italia ora lo show arriva nelle sale e nei teatri. Assieme agli artisti ospiti che lo
accompagneranno durante lo show di storytelling, Medeot condurrà un coinvolgente
viaggio nel tempo tra racconti, musica dal vivo e proiezioni di video e
immagini che fungeranno da ambientazione emotiva e storica. Sul palco si alterneranno con Medeot anche la
cantante Laura Panetta, già in tour con lo storyteller in numerose città italiane con lo show
"woman in rock", il musicista e cantautore Michele Stefanuto reduce da una dozzina di
repliche del suo spettacolo "Ad occhi chiusi" e il chitarrista
Giovanni Bertossi. Ognuno avrà un ruolo fondamentale in uno show in cui storie,
melodia, rock e percezione si intersecheranno senza sosta nel corso di tutto
lo spettacolo.
"Raccontare
la nostra storia attraverso la musica", dice Medeot," è un modo
diverso e concreto per ricordare il passato e imparare da ciò che l'uomo ha
fatto. So che la musica è un potente veicolo di comunicazione emotiva e sono
consapevole che con essa posso generare forti
suggestioni che spingono il pubblico a rielaborare, anche a distanza,
ció a cui assisto, cosa per me fondamentale in tutti i progetti che
realizzo".
I
100 minuti del rock hanno infatti anche una valenza simbolicamente morale e
civica, attraverso la musica infatti spesso si è parlato di aiuto, solidarietà
e sensibilizzazione. Per questo lo show
è realizzato in stretta collaborazione con Fondazione Banca degli Occhi che ha
deciso di usare proprio il canale della musica per portare avanti in modo
alternativo il proprio messaggio sull'importanza del gesto della donazione. I prossimi appuntamenti saranno a Pieve di
Soligo Sondrio e poi Cremona Roma in versioni diverse, per arrivare a Firenze
Milano Bologna e tante altre città.
Gabriele Medeot è
diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode. Da piccolo,
ascoltando un maestro suonare Chopin, è rimasto folgorato dalla musica e se ne
è follemente innamorato, suonandola, vivendola, studiandola, scrivendone e
parlandone. Negli anni la potenza del linguaggio rock l'ha rapito a tal punto
da esserne diventato "esperto".
Avendo la fortuna di
essere polistrumentista, è riuscito a trasformare la sua passione per la storia
e per il rock in una fantastica professione di storytelling.
Da sempre nel mondo
della formazione, nel 2001 ha fondato Cam Arte&Musica, un
riconosciuto centro di sviluppo di progetti culturali e musicali in ambito
Nazionale ed Europeo.
Ha prodotto dieci
edizioni del format di scouting musicale PopRockContest, vincendo nel
2008 il Premio Nota di Merito per "Miglior Contest per artisti
emergenti". Ha coordinato e diretto il progetto europeo MuVET: Music
Vocational Educational and Trainig e sviluppato innumerevoli laboratori
musicali per Istituti di Istruzione media e superiore.
Ha scritto il libro
"RockHistory suona la storia", edito da Tsunami Editore e ne sta
scrivendo un altro.
Nel 2018, il Comune
di Monfalcone gli assegna il "Premio alla Cultura".
Su RaiRadio1 Friuli
Venezia Giulia conduce il programma Rock Revolution ed è costantemente
impegnato in centinaia di conferenze in tutta Italia dal titolo "Rock
History: La Cultura Passa dal Rock". Si tratta di una performance che in
100 minuti ripercorre i mutamenti storici, sociali e geo-politici che si sono
susseguiti negli ultimi 40 anni del 1900, e che usa la Musica, la Storia del
Rock e i suoi Miti come filo conduttore.
“Il mio miglior
pregio è il non spaventarmi davanti alle difficoltà cercando l'opportunità
celata dietro ogni ostacolo. Il mio peggior difetto però è che non mi
accontento mai perché c'è sempre qualcosa in più che posso fare.” Gabriele Medeot
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