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venerdì 11 luglio 2025

Spenti i riflettori sulla seconda edizioni del SàFF



Nel cuore della Sanità 5 giorni di eventi per 2000 presenze, 600 opere candidate da tutto il mondo, 70 enti del terzo settore e la partecipazione dei colossi dell’entertainment globale per un evento unico in Europa di cinema sociale, interamente gratuito con il coinvolgimento di player dell'entertainment

come Netflix, Sky, Prime Video, Paramount+ e Fandango

 

La manifestazione si muove dentro una strategia chiara: 

estendere il 'modello Sanità' al settore audiovisivo, applicando i principi dell’economia

generativa a produzioni sostenibili, inclusive, trasformative


Si sono spenti i riflettori sulla seconda edizione del SàFF – Social Action Film Festival, e nel Rione Sanità resta viva la percezione di un processo che non si chiude, ma si amplifica. I numeri parlano chiaro: 2000 presenze, 600 opere candidate da tutto il mondo, 70 enti del terzo settore e la partecipazione dei colossi dell’entertainment globale. Il SàFF dimostra che dal cuore di Napoli può emergere un dispositivo culturale capace di generare valore e orientare nuovi paradigmi.

Il festival si radica nell’esperienza di Audiovisual Napoli Hub – polo formativo promosso da Apogeo ETS e Altra Napoli EF con sede presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II – che in due anni accompagna 100 giovani NEET, raggiungendo un placement dell’80% al primo ciclo. Il SàFF rappresenta la sintesi operativa di questa visione: connettere industria audiovisiva e terzo settore, riconfigurando il cinema come agente di rigenerazione. Non è casuale che tale sperimentazione prenda forma nel Rione Sanità, laboratorio di innovazione sociale e modello di welfare comunitario studiato su scala europea.

Nei cinque giorni del festival – raccontano gli organizzatori Andrea De Rosa e Mirella Paolillo - abbiamo provato ad aprire una lacerazione emotiva nello sguardo, trasformandola in feritoia culturale capace di attraversare la cornice della finzione per discutere di promozione sociale, creatività, cittadinanza attiva e responsabilità civile. Un mix sperimentale che ha disegnato un racconto aniconico del sociale, composto da esperienze che vanno dalla triestina DONK per il diritto alla salute, alla Casa Paese dell'associazione RA.GI nel borgo calabrese di Cicala per persone con demenze; dalle multinazionali del sociale come Save the Children alla Fondazione Don Calabria, alla nostra Altra Napoli EF”.

Masterclass “Social Economy” - curate da UniCredit in collaborazione con le Università napoletane e con la partecipazione di AICCON, Vertis SGR, CSV Napoli, Terzjus, Consorzio Meridia, ELIS e altri, si concentrano sugli strumenti finanziari e manageriali per sostenere le imprese e gli enti del terzo settore - e “Audiovisual Industry”, con NetflixPrime VideoSky Italia, Paramont+, Fandango; oltre 70 enti coinvolti; round table pubbliche e 75 proiezioni: una mappatura reale del Terzo Settore che ha attratto Fondazioni, gruppi bancari europei, aziende campane. I “Terzo Spazio” hanno generato co-progettazione tra soggetti del Mediterraneo e dell’Europa, mentre sezioni come “Cinema di Comunità” e il Premio Social Storytelling hanno costruito ponti narrativi tra mondi apparentemente distanti.

E allora gli spazi diventano luoghi – per dirla con Genovesi, un esempio concreto di “economia felice”. La chiesa e la Casa di Quartiere si fanno sala cinematografica per la cittadinanza, le scale dei Gradoni Cristallini diventano un Blu Carpet che accoglie, tra gli altri,  De Angelis, DonadioMinieroEspositoDel Giudice, e la strada si trasforma in pista da ballo: il SàFF Closing Party – realizzato con il contributo di Kimbo – anima Via dei Cristallini con DJ Cerchietto, in una tarantella urbana tra villanelle, tammurriate, Vesuwave e sonorità contemporanee. Una riappropriazione festosa dello spazio pubblico, divenuto bene comune.

Il SàFF si muove dentro una strategia chiara: estendere il “modello Sanità” al settore audiovisivo, applicando i principi dell’economia generativa a produzioni sostenibili, inclusive, trasformative. L’ambizione, esplicita, è diventare il principale Film Festival europeo dedicato al sociale. Un percorso reso possibile dal sostegno di Fondazione Con il Sud e da una solida rete di partner istituzionali ed economici.

L’orizzonte si apre ora verso la terza edizione, prevista per il 2026: non solo un festival, ma un manifesto culturale in divenire. Il SàFF racconta una Napoli che non vuole più limitarsi a essere location per set, ma configurarsi come hub di un nuovo modello produttivo. Forse, in un momento di crisi dell’audiovisivo, il Terzo Settore può insegnare che il cinema deve essere generativo, narrare la vita e non simularla. Un'industria visuale, più che cinematografica.




 

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