Ma Press News

Sei un Ufficio Stampa? Vuoi pubblicare i tuoi comunicati oppure i tuoi articoli? Entra in Ma Press News e pubblica tu stesso. Libera Informazione gratis per tutti. mariammanews@gmail.com

mercoledì 9 luglio 2025

LA NINFA DI REA, LA CANTATA DI DE SIMONE E I SENTIMENTI STRISCIANTI IL 10 LUGLIO AL CAMPANIA TEATRO FESTIVAL



La favola letteraria più famosa di Mimì Rea, la Cantata di Alessandro De Simone e la Cronaca di sentimenti strisciantiSono questi gli spettacoli che caratterizzano la giornata di giovedì al Campania Teatro Festival. La Sala Assoli ospita il 10 luglio alle 21 “Ninfa plebea”, l’adattamento di Rosalba di Girolamo dell’omonimo romanzo di Domenico Rea che si aggiudicò il premio Strega nel 1993. La storia di Miluzza, adolescente traboccante sensualità e purezza, rivive nella sua ambientazione da fiaba, attraverso il linguaggio sporco e incantato, dolcissimo e brutale dello scrittore e giornalista napoletano. Una favola contemporanea grigia e colorata, una riflessione sull’abuso del forte sul debole e del grande sul piccolo, che racconta le esperienze di vita di una stella terrena che in un mondo fatto di orchi, streghe e matrigne riesce comunque a trovare una strada, la sua strada. In scena Antonello Cossia (Nonno Fafele) e Rosalba Di Girolamo (Miluzza adulta) fanno da narratori, assumendo, in un continuo gioco di ruoli, i volti e le voci dei tanti personaggi evocati, mentre una cantante (Annalisa Madonna) e una giovanissima danzatrice (Luna Fusco) ne sono il contraltare e incarnano Miluzza in altri momenti della vita. Le musiche dal vivo sono di Jennà Romano. Consulenza alla sceneggiatura di Lucia Rea. Durata 60 minuti.

 
Si annuncia particolarmente suggestiva anche la “Cantata per un eretico” di Alessandro De Simone, in programma al Trianon Viviani il 10 luglio alle 20. Una composizione per 6 voci soliste, coro e gruppo strumentale in cui riaffiorano frammenti di testi liturgici o paraliturgici e brani tratti da opere di Lee Masters, Pessoa, Garcia Lorca, Morrison, Carducci e molti altri. Idealmente dedicata a tutti i liberi pensatori perseguitati, ai dissidenti, ai rivoluzionari e a tutti gli intellettuali che vivono una condizione di isolamento e di marginalizzazione mediatica, in essa convivono suggestioni molteplici e rimandi a un immaginario musicale riconoscibile nelle sue forme (ballate, arie, songs), nel tentativo di ricercare un linguaggio antiaccademico capace di sottrarsi alla retorica della “denuncia”. Come nella riscrittura del “Guarracino”, dove il proverbiale scontro tra le moltitudini di pesci del golfo di Napoli (metafora dei moti rivoluzionari di Masaniello?) viene qui sostituito da un visionario e immaginifico conflitto teologico tra i numerosi ordini religiosi di una novella Controriforma, secondo il rovesciamento anti-epico del tema rinascimentale per eccellenza, ossia quello delle polifoniche “Battaglie” (vedi quelle di Gabrieli, Janaquin o Monteverdi) con cui il Potere attivava tutta la retorica autocelebrativa e di propaganda. Di questo modello il “Guarracino” appare essere un esplicito sberleffo, una irriverente denuncia antieroica, dove anche il linguaggio logico-sintattico si frantuma in fonemi disarticolati, come in una futuristica Piedigrotta, allusivi ai rumori di artiglieria di guerra, ma ridotti a ridicoli suoni di trombette mimati con la bocca. Anche il brano carnevalesco, strutturato su brandelli di villanelle, lucie e cicerenelle di derivazione napoletana, diventa lo sfondo sonoro di un rituale capovolgimento, un processo farsesco in cui sono il Papa e la Chiesa stessa ad essere sul banco degli imputati. Il tentativo è quello di parlare al nostro tempo, una novella Babele, preistorica e attuale, nella quale è possibile districarsi solo ritornando a parlare la lingua ineffabile dello spirito. Direttore d’orchestra Alessandro De Simone, mentre i soli sono Chiara Polese (soprano), Annamaria Colasanto (mezzosoprano), Miriam Artiaco (mezzosoprano), Stefano Sorrentino (tenore), Mario Castiglia (tenore), Raffaello Converso (baritono), Daniele De Santo (contrabasso e basso elettrico). Il coro è qello dell’Ensemble Vocale di Napoli diretto da Antonio SpagnoloDurata 90 minuti.
 
Il 10 luglio alle 20 al Tedér c’è “Cronaca di sentimenti striscianti o tutto è sempre già lì”, progetto a cura di Ed. Hauswirth e Nadia Carlomagno, docente del Master di “Teatro, pedagogia e didattica. Metodi, tecniche e pratiche delle arti sceniche” all’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa. Ad essere coinvolti in questa raccolta collettiva di materiale scenico da condividere con il pubblico, sono gli studenti Carla De Luca, Francesco Forino, Valentina Clemente, Giada Pignata, Graziano Purgante, Debora Sacco, Aessandra SilipoLino Bernardo Testa, Valeria VadalàDurata 60 minuti.
 
Nella Villa Campolieto di Ercolano si replica invece alle 21 ”Edipo re” di Sofocle, nell’adattamento e regia di Luca De Fusco. Protagonista dello spettacolo, vero e proprio percorso psicoanalitico all’interno della psiche di Edipo, è Luca Lazzareschi, che interpreta anche l’indovino Tiresia, il servo di Laio e il Nunzio. Con lui in scena Manuela Mandracchia (Giocasta), Paolo Serra (Creonte), Francesco Biscione, Paolo Cresta e Alessandro Balletta. Durata 90 minuti.
 
Al Dopofestival, infine, a partire dalle 19 è la serata di Dj Cerchietto. Ingresso gratuito, ma su prenotazione da convertire presso la biglietteria del Festival a Palazzo Reale in un ticket per accedere al Giardino Romantico, luogo dell’evento.
 
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
 
I biglietti per assistere agli spettacoli costano da 5 a 8 euro, con ingresso gratuito per i diversamente abili con un accompagnatore e I pensionati titolari di assegno sociale. Le modalità della richiesta e della successiva conferma sono consultabili su campaniateatrofestival.it



Nessun commento:

Posta un commento