Domenica 20 luglio, alle ore 19.00, continua con un debutto a livello nazionale la rassegna Teatro (alla deriva) al Giardino, giunta alla sua XIV edizione.
Un palcoscenico in natura con, sullo sfondo, il lago d’Averno: ecco la nuova location dell’iniziativa ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne firma la direzione artistica per il tredicesimo anno. Quattro appuntamenti al Giardino dell’Orco, in via Lago Averno n. 6 a Pozzuoli.
Per il terzo spettacolo Nu’ Tracks presenta “CAIVANO DREAMIN’”, scritto e diretto da Fulvio Sacco, che è anche in scena con Christian Giroso. Lo spettacolo si avvale del coaching di Armando Pirozzi, attore e sceneggiatore che ha lavorato tra gli altri con Matteo Garrone, Massimiliano Civica e Renato Carpentieri.
Nel 1926, due uomini della provincia di Napoli inseguono il sogno americano partendo per New York. Portano solo speranze, sogni e bottiglie di anice con un topo disegnato sull’etichetta. E se il topo su quelle bottiglie fosse diventato poi una leggenda, ispirando Mickey Mouse? Tra paradossi, comicità e colpi di scena, non si vuole riscrivere la storia, ma raccontare quella improbabile, invisibile. Quella che abita il cuore e genera desideri impossibili, ma non per questo irrelizzabili.
«Nulla dura in eterno ma tutto si trasforma.
E così anche noi di ‘Teatro alla Deriva’, arrivati alla quattordicesima edizione, abbiamo ben pensato di trasferire questa ‘deriva’ in natura.
‘Teatro (alla deriva) al Giardino’ è il nuovo titolo della nostra rassegna che si trasforma, dunque, ma senza perdere di vista alcuni concetti basilari.
Niente laghetto e niente zattera: quest’anno i quattro spettacoli del nostro cartellone prenderanno vita all’interno di un’altra splendida e inedita cornice, il Giardino dell’Orco, sul lago d’Averno, a pochi passi dalle stesse Stufe di Nerone.
Qui, sotto un albero dai grandi rami che si estendono in tutte le direzioni, una sorta di presenza beckettiana silenziosa e intrigante, andranno in scena, e senza l’ausilio di luci artificiali, i lavori selezionati.
Questo luglio, quindi, il pubblico sarà chiamato a vivere con noi l’esperienza del teatro a filo di tramonto (l’inizio degli spettacoli è previsto alle ore 19.00) e con intorno un panorama unico, con il lago d’Averno alle spalle degli attori, con la luce che andrà a spegnersi giusto in tempo per consentire agli spettacoli di essere portati e termine.
Mi auguro e ci auguriamo vivamente che il folto e affezionato pubblico che ci ha accompagnati sulla zattera in tutti gli anni precedenti abbia voglia di godersi il teatro nella natura di questa nuova edizione.
Sono sicurissimo che l’esperienza non sarà da meno.
Passiamo al dettaglio degli spettacoli.
Un debutto assoluto il 20 Luglio, per la regia di Fulvio Sacco: “Caivano dreamin’”, fantasioso racconto nel quale si immagina l’incontro casuale di due immigrati napoletani, guarda caso entrambi di Caivano, in una New York di inizio Novecento. Questi due strani figuri, che si conoscono in circostanze particolari, danno così vita ad un racconto sul filo del surreale, tra ironia e grottesco, nel quale a prevalere è il desiderio di cambiare la propria vita e, in certo qual senso, anche il mondo.
Si chiude con “La voce a te dovuta”, il 27 Luglio, con la regia di Ettore Nigro. In questo lavoro due gemelle, identiche ma totalmente diverse per concezione della vita e approccio alla realtà, si misurano con la realizzazione di un podcast che possa aiutare il mondo femminile a usare la propria voce nel tentativo di cambiare le cose, Il conflitto tra le due prenderà strade diverse, tra momenti poetici ed altri surreali, mettendo gli spettatori come davanti ad uno specchio».
Giovanni Meola
Teatro (alla deriva) al Giardino ultimo appuntamento in programma
Domenica 27 Luglio
Piccola Città Teatro
“LA VOCE A TE DOVUTA”
di | Sharon Amato
regia | Ettore Nigro
con | Anna Bocchino – Clara Bocchino
Due gemelle e un podcast da realizzare. In un alternarsi di piani narrativi e temporali, che raccontano a fondo la realtà, tra dramma e ironia, le due si interrogano e si scontrano. Come il rovescio di una stessa medaglia, divise tra razionalità e utopia, accolgono storie altrui nel tentativo di approfondire la complessità e le domande sulla violenza dei nostri giorni. Parola, silenzio e stati d’animo evocano il tentativo di dar voce all'inespresso.
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